Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La Triplice Alleanza dans la nécessité de le modifier par une occupation temporaine ou permanente de leur part, cette occupation n'aura lieu qu'après un accord préalable entre les deux Puissances, basé sur le principe autre, que chacune d'Elles obtiendrait en sus du statu quo actuel et donnant satisfaction aux intérets et aux prétentions bien fondées des deux Parties. Anche su questo patto, che sarà sempre considerato dagl'Italiani come il migliore titolo di gloria del conte di Robilant, l'" Ex-diplomatico" della Nuova Antologia era perfettamente informato: "Nessun passo l'Austria-Ungheria farà in quella direzione [Salonicco o l'Albania] senza intendersi preventivamente con noi: qualunque cosa accada, l'Austria, se vorrà progredire in Oriente, lo farà noi consenzienti, e perciò con la piu ampia tutela dei nostri interessi." Il trattato "proclama un principio generale e lascia aperto il campo a nuove trattative per passarne i particolari secondo gli avvenimenti, i quali alla lor volta posso– no essere prossimi o lontani" (p. 738). Dalle carte del conte di Robilant risulta che l'Austria riluttò non poco prima di accettare nel 1887 questo impegno, da cui era riescita a sottrarsi nel 1882. E non senza motivo Bismarck nei Pensieri' e ricordi' ha ammonito i suoi successori a guardarsi dal pericolo che Vienna creda di poter chiedere maggiori servizi agli alleati tedeschi, pnm1eramente coll'am– pliare il casus fcederis - che finora, secondo il testo pubblicato, si estende soltanto alla difesa contro un attacco russo ali'Austria -, e secondariamente colla pretesa di sostituire al detto casus fcederù la protezione degl'interessi austriaci sui Balcani e in Oriente: la qual cosa è stata già tentata con successo, anche dalla nostra stessa stampa. È naturale che gli abitanti del bacino danubiano abbiano bisogni e disegni, che escono dai limiti odierni della monarchia austro-ungarica ... Ma non è compito dell'impero germanico di prestare i beni e il sangue dei propri sudditi per l'effettuazione dei desideri dei vicini. Il manteni– mento della monarchia austro-ungarica come grande e forte potenza indipendente, è, per la Germania, un bisogno di equilibrio europeo, per mantenere il quale, data la necessità, si potrebbe rischiare con coscienza tranquilla la pace del paese. Da questa assicurazione in fuori, dovrebbero cessare a Vienna dal fare a fidanza con l'alleanza per derivarne pretese per citi non fu conchiusa.:io Ad ogni modo, nel 1887, l'adesione dell'Austria al princ1p10 dello statu quo orientale fu un fatto acquisito. E anche per la eventualità che lo statu quo non avesse potuto essere mantenuto per cause estranee alla vo– lontà dei contraenti, l'Austrìa s'impegnava a procedere d'accordo con l'Italia seguendo i due criteri della intesa preventiva e dei compensi. E finché Ger– mania e Austria avessero tenuto fede a questi fatti, la Triplice garentiva al– l'Italia un altro dei suoi interessi fondamentali, e l'Italia aveva motivo di dichiararsi soddisfatta dell'alleanza. Tutto quanto due anni or sono ha escogitata. von Helmolt per togliere alle convenzioni del 1887 quella importanza, che per quanto riguarda la questione balcanica fa di esse un atto di accusa formidabile contro la slealtà dimostrata dalla Germania e dall'Austria nel 1914, è privo di qualunque base. 36 Pensieri e ricordi, II, 240. 13 BibliotecaGino Bianco

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