Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza 3. L'intesa italo-britannica La prima condizione, che Robilant propose per il rinnovamento del– !' alleanza, era che rimanesse ferma l'amicizia dell'Italia con l'Inghilterra. Se avesse dovuto scegliere fra la Triplice Alleanza e l'amicizia. inglese, avreb– be optato per l'amicizia inglese. Nel luglio del 1886 i conservatori inglesi avevano riconquistato il governo con un Ministero presieduto da lord Salisbury. In quel momento il governo francese suscitava continue contestazioni all'Inghilterra in Egitto, nel Congo, nella. Nigeria, nel Tonchino, in Cina. Anche la Russia teneva un atteggiamento minaccioso nell'Afganistan, e faceva nella Bulgaria una politica di assoluto predominio, il cui trionfo le avrebbe aperto la via verso Costantinopoli. Lord Salisbury era disposto a secondare la politica coloniale tedesca, e lasciò cadere parecchie fra le contestazioni dei due anni passati. Avrebbe consentito ad appoggiare l'Austria contro la Russia, e l'Italia contro la Francia. Ma non intendeva assumere un atteggiamento aggressivo verso la Francia, e non voleva che un'alleanza con l'Inghilterra incoraggiasse i governi della Triplice ad assumere atteggiamenti aggressivi. Sospettava che Bismarck volesse assalire la Francia, ora che la intesa coloniale franco– germanica era fallita. Perciò rifiutava di legarsi con un trattato di alleanza. Prometteva la sua buona amicizia alla Triplice, non voleva impegni rigidi. Alla fine si prese una via di mezzo. Il 12 febbraio 1887, l'ambasciatore italiano e lord Salisbury procedettero ad uno scambio di note, nelle quali i Gabinetti di Londra e di Roma si dichiaravano d'accordo nel volere il mantenimento dello statu quo nel Mar Nero, nel Mar Egeo, nel Mare Adriatico e sulle coste dell'Africa settentrionale; se fosse stato impossibile mantenere lo statu quo assoluto, i due governi sarebbero stati concordi nell'impedire che alcuna altra grande Potenza estendesse i -suoi dominii in queste regioni. In modo speciale l'Itàlia si dichiarava pronta ad appog– giare l'opera della Gran Bretagna in Egitto, mentre la Gran Bretagna avrebbe appoggiato l'Italia nel caso che la Francia avesse tentato di espan– dersi nell'Africa settentrionale, specialmente verso la Tripolitania e la Cirenaica. Queste note anglo-italiane del 17 febbraio 1887 furono comunicate al governo di Vienna, e al governo di Berlino, il 19 febbraio. E il giorno 20 febbraio 1887 furono firmati a Berlino i documenti per il rinnovamento della Triplice Alleanza. Questa successione di date è importante. Essa dimostra che i governi degli imperi centrali sono informati degli accordi italo-britannici prima di firmare i nuovi patti di alleanza, e riconoscono che non esiste nessuna incompatibilità fra gli accordi italo-britannici e l'alleanza. Anzi, il governo austriaco, il 24 marzo 1887, aderisce esplicitamente all'accordo italo-britannico, che diventa cosf una Triplice mediterranea anglo-italiana-austriaca. Non è - badiamo bene - una vera e propria alleanza. È un "accordo 326 BibliotecaGino Bianco

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