Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza poche ipotesi .tassativamente determinate nel trattato, e rifiutava le domandè · del governo italiano. Quando, invece, erano in gioco gl'interessi della Ger– mania o dell'Austria, allora la Triplice Alleanza diventava un trattato di solidarietà incondizionata per qualunque circostanza, e se il governo italiano rifiutava di seguire gli alleati fuori delle barriere del trattato, quali erano state definite da essi medesimi, allora piovevano le recriminazioni contro la infedeltà e contro la slealtà dell'Italia. 2. Un uamo "non troppo comodo" La scena cambiò nella seconda metà del 1885 e nella pnma metà del 1886. In Francia la politica delle imprese coloniali, incoraggiata da Bismarck, aveva stancato il paese. Il ministro Ferry, energico sostenitore della intesa coloniale franco-germanica, cadde nel marzo 1885. Una vivacissima cam– pagna nazionalista germanofoba portava nel gennaio del 1886 al ministero della guerra il generale ,,Boulanger. Il pericolo di guerra fra Germania e Francia ritornava ad essère imminente. Nello stesso tempo si riapriva una nuova crisi nella questione balcanica per la questione bulgara. Nonostante il trattato del 1884, i governi di Vienna e di Pietroburgo si trovavano di nuovo alle prese. Tutti i tentativi di Bismarck per indurre il governo austriaco a lasciare mano libera al go- verno russo nella questione bulgara riescivano vani. . In Russia e in Francia si delineavano sempre piu vivaci le correnti per un'alleanza franco-russa contro la Germania e l'Austria. Quanto piu pericolose diventavano le relazioni fra la Germania e la Francia da un lato, e l'Austria e la Russia dall'altro, tanto maggior valore acquistava per la Germania e per l'Austria l'alleanza dell'Italia. Proprio in questo momento critico, a cominciare dal settembre 1885, l'Italia ebbe come ministro degli esteri, il conte di Robilant: "the right man in the right piace." Robilant era stato ambasciatore a Vienna dal 1871 al 1885. Conosceva a fondo le questioni orientali. Era uomo di intelligenza vivida e di volontà tenace. Nel 1881 e nel 1882 aveva resistito lungamente alla impulsivit~ frettolosa, con cui i governanti italiani avevano "elemo– sinato" a Vienna e a Berlino l'alleanza. "Questa alleanza," scriveva nel- 1' aprile del 1882, "sarà il viaggio del vaso di terra in compagnia del vas0 di ferro." Aveva veduto giorno per giorno funzionare il trattato. Conosceva tutte le deficienze del sistema. Non era l'uomo da lasciare sfuggire, sen– za approfittarne, la buona posizione di cui godeva in quel momento l'Italia. Nelle complicazioni, che turbavano la penisola balcanica per il con– trasto russo-bulgaro e per la guerra serbo-bulgara nel 1885 e 1886, Robilant ricordò al governo austriaco che la Triplice Alleanza non- era un patto di 324 BibliotecaGino Bianco

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