Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

. - La politica est;,.a dell'Italia dal 1871 al 1915 Egitto, fece sapere il 15 ottobre 1884 al rappresentante italiano al Cairo, che il governo inglese "sarebbe stato lieto" se l'Italia si fosse insediata a Massaua a preferenza della Francia. Lord Granville, ministro degli esteri britannico, in una conversazione del 20 ottobre 1884 coll'ambasciatore italiano, con– fermò la offerta di lord Cromer. E il 31 dicembre ripeté per iscritto di non avere obbiezioni contro uno sbarco degl'italiani a Massaua. Non era un accordo positivo: era una semplice dichiarazione di non opposizione. I governanti italiani avevano rifiutato la Tunisia, nel 1876, avevano rifiutato l'Albania nel 1877, avevano rifiutato la Tripolitania nel 1878, ave– vano rifiutato di accompagnare l'Inghilterra in Egitto nel 1882. Non ebbero la forza di rifiutare Massaua nel 1885. Dopo tanta astinenza, e dopo tanti cattivi esempi ricevuti da tutti i vicini, sarebbero stati linciati, se avessero fatto questa nuova rinuncia, e questa fosse stata resa pubblica. Accettarono l'invito inglese "tanto per fare qualcosa." Fecero come certe zitelle, quando cominciano a non essere piu giovani: dopo avere rifiutato molti bei matri– moni, sono prese ad un tratto dal panico, e sposano il primo mostro che le chiede per moglie. Fu cosf che, nel gennaio del 1885, l'Italia occupò Massaua. Di questa iniziativa italiana Bismarck fu assai indignato. Egli trovava che il governo italiano aveva agito scorrettamente contro il trattato di alleanza, non solo perché si era messo in movimento senza darne alcun avviso preventivo a Berlino e a Vienna, ma anche perché la Triplice Alleanza aveva come scopo essenziale il mantenimento della pace; e tutto ciò che a somiglianza della impresa di Massaua poteva scuotere l'impero ottomano e attentare alla sua integrità territoriale garantita dai trattati, rappresentava un pericolo per la conservazione della pace. Proprio nel 1884, Bismarck si era lanciato nelle imprese coloniali, e per nessuna delle sue iniziative aveva sentito il bisogno di domandare un parere preventivo al governo italiano. Dalla nuova attività coloniale germanica era nato un aspro dissidio con l'Inghilterra: dissidio ben piu pericoloso per la pace mondiale che l'occupazione di Massaua. Ed era umoristica la tenerezza, da cui Bismarck era preso per l'integrità dell'impero ottomano garantita dai trattati, proprio lui, che in quegli anni andava incitando tutti · i governi d'Europa a spartirsi definitivamente l'impero ottomano. La verità era che Bismarck pretendeva di avere con sé il governo italiano nelle contestazioni coloniali, che egli aveva allora col governo britannico. E l'intimità anglo-italiana, che si rivelava nella impresa di Massaua, lo irritava come la disubbidienza di un vassallo insubordinato. Bismarck, insomma, dava al trattato di alleanza due diverse interpretazioni, e gli attribuiva due differenti funzioni, secondo che erano in gioco gli interessi dell'Italia o quelli degli imperi centrali. Quando il governo italiano invocava la solida– rietà degli alleati per proprie iniziative estranee al trattato, Bismarck consi– derava la Triplice come un sistema di obblighi nettamente circoscritti alle 323 BibliotecaGino Bianco

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