Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

' Parte terza E consigliò il governo italiano ad occupare l'Albania, se l'Austria occu– pava la Bosnia-Erzegovina. Non parlò della Tunisia, perché questa la riser– vava alla Francia. Occupare l'Albania, significava andare ad urtare contro un altro veto: quello dell'Austria. E allora tanto valeva insistere per i "compensi sulle Alpi." "Noi non sapremmo che farcene di una provincia turca fiull'Adria– tico. L'Austria è al di qua delle Alpi. Noi desideriamo solamente di essere sicuri in casa nostra." Cosf Crispi. Ma ogni insistenza fu vana. Per quel che riguardava la Francia, Bismarck accettò l'offerta italiana. Anzi propose che l'alleanza fosse offensiva oltre che difensiva. Proprio negli stessi giorni, in cui avevano luogo questi negoziati, av– vennero le elezioni generali in Francia. I gruppi liberali, anticlericali, re– pubblicani riportavano una brillante vittoria sui clericali e sui monarchici. Una guerra da parte della Francia contro l'Italia per far piacere al papa non era piu da temere. E Depretis, considerando che Bismarck rifiutava di intervenire nelle relazioni fra Austria e Italia, trovò che un'alleanza fra Italia e Germania non presentava piu veruna utilità per l'Italia, e lasciò cadere le trattative. 5. La polùz·cainglese Nello stesso tempo, Depretis fece tastare il terreno anche a Pietroburgo e a Londra, per vedere se era possibile trovar qui appoggio al desiderio ita– liano di "compensi sulle Alpi." Il governo russo era legato al governo austriaco dalla "Lega dei tre imperatori." Perciò non incoraggiava in verun modo le speranze italiane. Ma la guerra con la Turchia andava per Je lunghe, con enormi sacrifici di uomini e di denaro. E le aspettative dei panslavisti crescevano in proporzione dei sa– crifici. La Corte e le alte autorità militari cominciavano a non essere piu contente degli accordi fatti col governo austriaco a Reichstadt. E a Vienna risorgevano i v~cchi sospetti contro le ambizioni russe nei Balcani. La intesa austro-russa, nonostante la mediazione di Bismarck, poteva rompersi da un momento all'altro. E in questo caso l'Italia, alleandosi con la Russia, avrebbe potuto mettere l'Austria in una posizione difficile. Questa è la ragione, per cui Lord Salisbury nel novembre 1876, visi– tando Roma, trovava che nella Corte italiana "tutti erano per la guerra, e tutti erano russofili." I discorsi del principe Umberto, erede al trono, erano di intenso entusiasmo per la Russia. Anche i ministri erano russofili, sebbene desiderosissimi di pace. Ma nel caso di una rottura fra la Russia e l'Austria, il guadagno che la diplomazia italiana avrebbe fatto verso la Russia, era annullato da altret– tanta perdita di terreno verso l'Inghilterra. In Inghilterra era al potere il partito conservatore, con Lord Beaconsfield 306 BibliotecaGino Bianco

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