Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza può essere considerata come una continuazione geografica ed economica tan– to dell'Algeria, quanto della Sicilia. Malamente amministrata dal locale go– verno musulmano, Tunisi era facile preda agli intrighi e agli attentati dei vicini. Gli ospiti italiani vi erano assai piu che i francesi, e il loro stanzia– mento era assai piu spontaneo e piu antico. Ma i francesi erano piu ricchi e meglio organizzati, e possedevano le imprese economiche piu importanti. L'Italia, quando fosse diventata padrona di Tunisi, avrebbe potuto assalire l'Algeria e tagliare per mare, dalla base navale di Biserta, le comunicazioni tra la Francia e l'Africa settentrionale. Se fosse stata, invece, occupata dai francesi, Biserta era considerata in Italia corrie un pericolo mortale per la Sicilia. Una soluzione positiva del problema, che conciliasse gli interessi, la su– scettibilità, la vanità dei due paesi, era estremamente difficile a trovare. Una politica negativa di disinteresse bilaterale, avrebbe richiesto, tanto in Francia quanto in Italia, una saggezza sovrumana. Invece la storia della politica in– ternazionale è quasi sempre, in fondo, una storia della umana follia e del- l'umana cecità. ' Eccitando il governo f!ancese ad occupare Tunisi, Bismarck poneva alle prese l'Italia e la Francia. E nello stesso tempo, sperava che la Francia, occupata nel crearsi un impero coloniale coll'aiuto della Germania, avrebbe dimenticato piu facilmente l'Alsazia-Lorena, e avrebbe finito coll'abbandonare ogni rancore contro la Germania. Come diceva un giornale ufficioso tedesco in questi anni, Bismarck piantava nell'Africa settentrionale un parafulmine per proteggere la Germania contro una rivincita della Francia. Nel gennaio del 1875, Bismarck scrisse all'ambasciatore tedesco a Parigi, che la Germa– nia non avrebbe opposto nessun ostacolo se il governo francese avesse vo– luto "sciogliere la Tunisia dalla posizione di vassallaggio verso la Porta, e metterla in una posizione di dipendenza dalla Francia." Il ministro degli esteri francese accolse questa comunicazione con "viva approvazione." Le conversazioni furono riprese nella primavera. Cosi'.cominciò a delinearsi quella intesa coloniale fra la Germania e la Francia, che doveva condurre nel 1881 la Francia a Tunisi. E via via che si rallentava la tensione fra la Germania e la Francia, Bismarck non sapeva piu che farsene delle buone relazioni con l'Italia, e accentuava il suo malu– more contro quella, che egli chiamava la "prudenza traqizionale della po~itica italiana." Date le cattive relazioni fra l'Italia e la Francia, i governanti italiani non domandavano che di essere amici anche col governo dell'Austria. Gli estremi gruppi democratici, che rimanevano fedeli alle idee di Mazzini, propugna– vano la politica della lotta a morte con l'Austria: allearsi con tutte le nazio– nalità non tedesche, che erano incorporate nell'impero degli Absburgo e farle insorgere contro il dominio tedesco per dissolvere l'Austria nei suoi ele– menti nazionali, e annettere i territori italiani all'Italia. Ma questi gruppi era– no piu turbolenti che numerosi. La grande maggioranza del paese avrebbe 300 BibliotecaGino Bianco

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