Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 talia settentrionale, verso l'Europa centrale, le truppe reclutate in tutta la pe– nisola: mentre prima lo staterello piemontese poteva manovrare solamente con un piccolo esercito. La penisola italiana con l'isola di Sicilia esercita nel mare Mediterraneo una funzione militare e politica analoga a quella che la parte continentale dell'Italia esercita verso l'Europa centrale. In tempo di guerra, la potenza che riesce a controllare il Mediterraneo, può intercettare i rifornimenti a tutte le potenze nemiche. Ora l'Italia divide il Mediterraneo proprio nel mezzo. Con– cedendo agli amici e negando ai ne.miei l'uso delle sue basi navali e il sussidio della propria flotta, il governo italiano rappresentava un fattore importante nell'equilibrio delle forze marittime mediterranee. L'importanza della penisola italiana per il controllo del Mediterraneo fu notevolmente accresciuta per il taglio dell'istmo di Suez fra il 1859 e il 1869. Per effetto di quest'opera, il Mediterraneo diventò ancora una volta ciò che era stato nel periodo classico e nel medioevo: la grande via delle genti; il passaggio obbligato per il commercio marittimo fra l'Europa e l'Oceano Indiano e l'Estremo Oriente. Per l'impero britannico, il Mediterraneo di– ventò la via piu breve per le Indie, l'arteria jugulare dell'intero sistema cir– colatorio. E '!'Italia si stende proprio nel mezzo di quest'arteria jugulare. Ora, precisamente .in questi stessi anni in cui fu tagliato l'istmo di Suez, l'Italia si costituiva in Stato unitario: cioè il governo della nuova Ita– lia poteva da ora in poi armare le sue basi navali con maggiore efficienza che non fosse stato possibile al governo borbonico, il quale controllava una volta il Napoletano e la Sicilia. E, in conseguenza, le altre potenze mediterranee erano obbligate nei loro calcoli militari e iniziative diplomatiche, assai piu che non dovessero quando il canale di Suez non era stato ancora aperto e l'unità d'Italia fosse nata. Ho detto che l'Italia tiene un "monopolio di posizione" geografi.ca . Ma debbo aggiungere che questa posizione chiave, se è spesso utile all'Italia, è an– che incomoda e pericolosa. Perché, in grazia di questa posizione geografi.ca , tutte le correnti della politica continentale e della politica mediterranea, pri– ma o poi, per un motivo o per un altro, direttamente o indirettamente, in– vestono l'Italia. Tutte le potenze, che circondano l'Italia per terra e per mare, hanno interesse ad attirare l'Italia dalla loro parte, e ad evitare che sia attirata dagli avversari. Offrono vantaggi, piu o meno reali, in cambio del- 1' amicizia; le minacciano, piu o meno apertamente, danni piu o meno gravi, non solamente se accenna a diventare ostile, ma anche se desidera di rimanere neutrale. Cos1 l'Italia è continuamente trascinata nei problemi continentali dalla importanza militare della pianura del Po, e nei problemi mediterranei dalla importanza navale della sua penisola. Per questa ragione è assai difficile all'Italia mantenere un atteggiamento di neutralità in una grande crisi internazionale. Se vuole rimanere neutrale, l'Italia deve mantenere una forza militare altrettanto grande, e deve essere 295 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=