Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Austria-Ungheria Gran Bretagna Italia . . • . Parte terza 36 milioni 32 » 26 )) L'Italia quindi, nel 1871, poteva difficilmente essere considerata come una grande Potenza. Piuttosto teneva un posto intermedio fra le grandi e le piccole Potenze: era la piu piccola tra le grandi, e la piu grande tra le piccole. Non possedeva né ferro, né carbone: cioè, mancava delle piu im– portanti materie prime, su cui si basava la potenza dei grandi Stati dopo la rivoluzione industriale del secolo XIX. Le sue finanze, la sua struttura ammi- • nistrativa, le sue forze di terra e di mare avevano ancora bisogno di essere consolidate, se non addirittura create. Ma l'Italia aveva un grande vantaggio fra le grandi potenze europee: il vantaggio della sua posizione geografica. La pianura del Po, infatti, è a contatto con i paesi dell'Europa centrale; e per effetto di questa posizione intermedia fra la regione del Danubio e la Francia meridi~:male,ha sempre avuto una grande importanza militare e perciò anche politica, anche prima della unificazione italiana. Nelle guerre fra i re di Francia e la casa d'Austria, quella fra le due Potenze che riusciva a controllare militarmente la pianura del Po, non aveva piu bisogno di preoccuparsi della frontiera italiana, e poteva concentrare tutte le forze nel territorio germanico. Questo spiega l'importanza, che fino dal XVI secolo lo Stato sabaudo ha avuto nella politica europea: importanza cosi sproporzionata alla picco– lezza del territorio e alla forza militare assoluta. I Savoia erano sopranno– minati "i guardaportoni delle Alpi." Quando si alleavano col re di Francia, permettevano a una parte dell'esercito francese di scendere in Italia senza difficoltà e, in collegame~to con queste truppe francesi, minacciavano il do– minio austriaco in Lombardia; cosi l'Austria era costretta a mantenere una parte notevole delle sue truppe in Italia, mentre la Francia poteva attaccare la Germania con il massimo delle proprie forze. Invece, quando la Casa di Sa– voia si alleava con l'Austria, allora la Francia si trovava minacciata nel sud dalle forze austro-sabaude, ed era costretta a dividere le sue forze fra il Reno e le Alpi; mentre l'Austria lasciava sguarnita la Lombardia, e concentrava tut– te le sue forze militari sul teatro germanico. Possiamo dire in linguaggio eco– nomico che la Casa di Savoia occupava una "posizione-chiave," aveva un "monopolio di posizione" nella politica europea; e approfittava di questa posizione per inserirsi nel giuoco dei potenti vicini. Si alleava con la Francia per conquistare, con l'Austria per conservare. E cosi si mangiava il carciofo italiano a foglia a foglia, come diceva il duca Emanuele Filiberto nella se– conda metà del '500. Quando con la unificazione nazionale italiana il carciofo fu quasi fi– nito di mangiare, la vecchia "posizione-chiave" non fu in alcun modo svalu– tata. Anzi la unificazione politica accrebbe l'importanza della pianura del Po: perché da ora in poi il nuovo Stato nazionale poteva concentrare nell'I- 294 BibliotecaGino Bianco

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