Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 per inteso. E cosi può trovare deplorevole che io sospenda ogni giudizio de– finitivo, sul responsabile della insincerità, finché non possa esaminare coi miei occhi tutti i documenti Crispi, per assicurarmi che la pagina in cui occorre la . parola Fiume, invece della parola Trieste, sia proprio di mano di Crispi. Avendo commesso un errore di metodo nel 1919, non vorrei commetterne un altro, oggi. E se risultasse che quel foglio deve essere attribuito con sicurezza a Crispi? Allora, occorre vedere se il foglio risale proprio all'ottobre 1877, oppure se appartiene alla rielaborazione dei suoi diari e documenti, che Crispi fece in vista della pubblicazione progettata nel 1886: rielaborazione, che il signor p .C. n~ga "senza il minimo indizio"; quasi che un uomo politico possa pubblicare a fine polemico ricordi vecchi di dieci anni, senza sentire il biso– gno di rielaborarli. E se risultasse che l'autografo non è del 1886, ma risale _proprio al 1877? Allora la sostituzione di Fiume a Trieste sarebbe stata fatta da Crispi,. proprio nella prima stesura dei suoi appunti: apparterrebbe a quel genere letterario, che va sotto il nome di esprit de l' escaHer. E da questa conclusione deriverebbero altre deduzioni assai notevoli sulla veridicità dei "Diari" cri– spini e sulle cautele con cui è necessario adoperarli. E rimarrebbe sempre fermo il fatto - indipendente dalla soluzione che si dà al problema del quando e del come sia filtrato il mendacio nel testo crispino - che nel colloquio con Andrassy del 21 ottobre 1877, Crispi smenti le rivendicazioni irredentiste, non su Fiume, ma su Trieste. Che era quello che si voleva-dimostrare. Ma prima di chiudere la discussione, mi corre l'obbligo di ringraziare il signor P.-C. perché mi ha insegnato che la lettera Andrassy-Wimpffen, che io credevo inedita, e di cui riprodussi un frammento, non è· punto inedita, ma è stata pubblicata fino dal 1903 in uno dei suoi volumi, in cui si trovano nel . massimo disordine documenti di tutti i generi e di tutti i tempi. In compenso, per quegli obblighi di mutua assistenza che debbono legare tutti i confratelli del medesimo ordine di studi, gli comunicherò: 1) che la data della lettera Andrassy-Wimpffen non è 24 marzo 1874, come il signor P.-C. scrive nel sullodato libro (p. 97), ma 24 maggio 1874; 2) che l'originale è in francese, mentre il testo edito dal signor P.-C. è una traduzione italiana. Noi, storici di mestiere, petimusque damusque vi– cissim una grande indulgenza per le ignoranze o amnesie bibliografiche, specialmente quando si tratta della storia contemporanea, in cui il materiale è cosi sovrabbondante. Ma siamo piuttosto severi negli errori di date; esigia– mo che gli editori pubblichino i testi quali si trovano sotto i loro occhi, non "ritoccandoli letterariamente," come avrebbe fatto l'autore se li avesse pub– blicati lui; e siamo severissimi con chi nella discussione scientifica fa le viste 289 BibliotecaGino Bianco

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