Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza Dopo che il buon senso e i documenti ci hanno condotti a ;isolvere in senso negativo il primo quesito, allora nasce il secondo: a chi si deve attri– buire la sostituzione di Fiume a Trieste? Chi ha pratica di queste ricerche, sa che dimostrare la sincerità di un testo è sempre assai meno difficile che determinare il responsabile della in– sincerità, quando il testo è passato per diverse mani. Ma, anche se non si riesce a risolvere in maniera sicura la questione subordinata, resta sempre in piedi la soluzione data alla questione principale - purché, naturalmente, la soluzione sia fondata su argomenti stabili. Nel caso del colloquio Crispi-Andrassy, le soluzioni possibili del proble– ma subordinato sono due, perché due sono le persone, per le cui mani i testi sono passati: 1) la sostituzione di Fiume a Trieste è opera dello stesso Crispi; 2) la sostituzione di Fiume a Trieste è opera dell'editore, signor P .-C. Quando mi occupai per la prima volta di quest'argomento, mi fermai ad una sola delle alternative. Dovevo prendere in esame l'altra alternativa. ·Fu un errore di metodo. Mea culpa. Il signor P.-C. ha ragione di proclama– re che io sono uno storico non serio. Chi di noi è senza peccato scagli la pri– ma pietra! , Dopo di che, prendiamo in esame le due alternative, e non una sola. Perché la capacità ed alterare i testi dobbiamo riconoscerla non solo nel si– gnor P .-C., ma anche in Crispi irr persona. Sulle prove da me raccolte per dimostrare questa capacità, il signor P.-C. salta a pie' pari, al solito. Come sta, per esempio, la faccenda di quelle due parole non lette nella lettera al Padre Tosti? 2 - Silenzio di tomba! - In compenso, un diversivo: io ho dimostrato di essere storico non serio perché, nel 1920, non mi precipitai immediatamente a Palermo per esaminare i manoscritti Crispi, depositati dal signor P.-C. presso la Società di Storia Patria. Non mi precipitai. Ma avevo qualche buon motivo per non precipitarmi alla cieca. I giornali avevano annunziato, pochi anni dopo la morte di Crispi, che le carte di Crispi erano state vendute a Casa Reale, o erano state acqui– state dall'Archivio di Stato di Napoli. Prima, dunque, di mettermi in viaggio, io avevo il diritto di domandare al signor P.-C. se la Casa Reale o l'Archivio di Stato di Napoli avessero comprato, non gli originali dei documenti politici da lui pubblicati, ma solamente delle copie senza autenticità. La risposta, che il signor P.-C. avrebbe dato a questa domanda, avrebbe potuto avere una notevole importanza per l'orientamento delle mie ulteriori ricerche. Purtrop– po, la mia domanda non giunse al signor P .-C. E tutto rimase in asso. Ma due anni dopo, nel 1922, ripresi il mio studio, cercai dei testi depositati a Pa– lermo, e... non potei vederli; e non ho potuto vederli neanche nel 1924! Anche di queste interdizioni il signor P .-C. non si dà in nessun modo 2 Si cfr. Nuova Rivista storica, 1925, fase. 1, p. 81. 288 BibliotecaGino Bianco

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