Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 Questa indagine non è ancora possibile. Avendo scritto nell'ottobre 1924 al prof. Sansone, presidente della Società Si'ciliana di Storia Patria, doman– dandogli se potevo andare a Palermo a compiere la ricerca, ho ricevuto que– sta risposta in data 28 ottobre 1924. Le carte depositate qui dalla principessa Linguaglossa-Crispi non sono state ve– dute e studiate da alcuno. Solamente il prof. Abbruzzese ha veduto, per incarico di V. S., un piccolo fascicolo riguardante il viaggio di F. Crispi in Germania. Le carte sono tutta– via in disordine, e non inventariate. Un viaggio pertanto di V. S. in Palermo riesci– rebbe, a mio credere, di poco profitto. Non potendo fare di piu, ho pregato, allora, il prof. Abbruzzese, sul quale non cadeva nessun interdetto, di copiare per me il testo del colloquio Crispi-Andrassy. Ed io riproduco in appendice la copia comunicatami dall'a– mico, a cui rendo vivi ringraziamenti. Il confronto fra la copia tratta dal- 1' Abbruzzese e il testo pubblicato dal Palamenghi-Crispi dimostra con quale disinvoltura il Palamenghi-Crispi ha trattato i documenti che aveva per le mam. In attesa che un esame sistematico dei manoscritti consenta di determi– nare la origine della alterazione, è doveroso ritenere, sia pure in via provvi– soria, che l'alterazione sia dovuta, non all'editore, ma allo stesso Crispi. Questi rielaborò nel 1886 i documenti e i ricordi del viaggio compiuto nel 1877 a Parigi, a Berlino, a Londra, a Vienna, per pubblicarli in propria difesa e per accusare i suoi avversari. Depretis minacciò di processarlo per violazione di segreti di Stato. La pubblicazione non ebbe luogo. 17 Rimaneg– giando in questa occasione il testo dei Diari primitivi, è naturale che Crispi si avvedesse che non gli conveniva di confessare di avere abbandonata Trie– ste ad Andrassy. Di qui la opportunità di sostituire nel colloquio con An– drassy al nome di Trieste quello di Fiume, che nel 1886 era sempre fuori del campo irredentista, e il cui abbandono non poteva suscitare recrimina– z10m. Piu volte, quando volle rivendicare l'azione da lui compiuta nel 1877, Crispi dové alterare, piu o meno gravemente, la verità. Per es., in una lettera del 7 settembre 1878 a Ruggero Bonghi, volendo far credere di aver ripor- . tato in quella missione, non un insuccesso completo, ma un successo coi fiocchi, scriveva: "Si era rimasti che gli accordi si sarebbero presi, dopo che, cessata l'azione delle armi, sarebbe venuto il momento dell'azione diploma– tica. 1118 Invece, dagli stessi appunti rielaborati da Crispi nel 1886, risulta che Andrassy invitò Crispi ad aspettare il Congresso delle Potenze per vedere il da fare e Crispi rispose che l'Italia desiderava di trovarsi allora d'accordo coll'Austria, e questo scambio di opinioni non costituf nessun impeg_no di 17 PALAMENGHI-CRISPI, Crispi: politica estera, V-VII. Anche in un appunto, nel quale Lui– gi Chiala prese nota di una conversazione con Clemente Maraini, 16 maggio 1892, e che fa parte del carteggio Robilant, troviamo: "Crispi nell'86 voleva pubblicare documenti della missione 77. Tajani a nome di Depretis gli fece sapere che il governo l'avrebbe processato." 18 BoNGm, Congresso di Berlino, XVIII. 279 Bibl.iotecaGinò Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=