Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 Smontato da tante esortazioni, Crispi dichiara a Robilant che, "seb– bene desideroso e speranzoso per l'Italia di una rettifica di frontiere col– l'Austria, ha sempre respinta l'idea di una politica di annessione: è parti– giano in siffatta materia di un sistema di temporeggiamenti. Perciò è ben lontano dal suo pensiero di toccare quest'argomento sia col conte Andrassy, sia con chicchessia, non volendo per conto suo contribuire per nulla a gua• stare i buoni rapporti fra l'Italia e l'Austria-Ungheria. 117 Nel colloquio del 14 ottobre col segretario generale del Ministero degli esteri austro-ungarico, Orczy, Crispi si comporta in modo che Robilant non può "fare a meno di esprimergli la sua completa approvazione. 118 "Ella ha detto parole d'oro," cos1 si compiacque con lui Robilant: "Ella non poteva parlar meglio. E ce n'era bisogno. 119 · Dati siffatti precedenti, è mai possibile ammettere che, una settimana dopo, conversando con Andrassy, il quale gli fa una dissertazione contro l'irredentismo e lo provoca a spiegare se il governo italiano pretenda Trieste, Crispi dia la risposta canzonatoria che non saprebbe che farsene di... Fiume? Tutte queste difficoltà scompaiono, non appena ammettiamo che Crispi, conversando con Andrassy, abbia ripetuto il discorso fatto con Bismarck: si sia, cioè, dichiarato d'accordo con Andrassy sui principi generali, abbia scon– fessato esplicitamente l'irredentismo per Trieste, ma abbia fatto qualche ri– serva per il Trentino, pur dichiarando che il governo italiano, non avrebbe fatto la guerra per questo motivo. Cos1 si spiega perché Andrassy sia ri– masto nell'insieme soddisfatto, pur avendo conservato qualche sospetto. E si spiega perché l'ufficioso Fremdenblatt, commentando la visita di Crispi, abbia insistito nell'affermare la intransigenza austriaca, non solo per Trieste, ma anche pel Trentino. 10 E si spiega anche la versione del colloquio Crispi Andrassy data da Karolyi a De Launay: se Crispi avesse rifiutato ad Andrassy ogni dichiarazione soddisfacente non solamente per Trieste, ma anche per il Trentino limitandosi a fare l'indiano con Fiume, avrebbe potuto Andrassy dire a Karolyi, e questi riferire a De Launay, che il linguaggio tenuto da Crispi aveva prodotto buçma impressione? In conclusione è necessario leggere, nel testo dei Diari crispini, il nome di Trieste anzi che quello di Fiume. 2. La, genuinità dei "Diari" Che il testo dei Diari crispini sia stato assoggettato a rimaneggiamenti, i quali ne hanno alterato la forma genuina di appunti presi giorno per giorno 7 CHIALA, Pagine di storia contemporanea, I, 285. 8 Politica estera, 62-63. 9 Lettera di Crispi a Ruggero Bonghi, 7 settembre 1878, in BoNGHI, Il Congresso di Berli– no, XVII. 10 CH!ALA, Pagine di storia contemporanea, I, 290. 273 BibliotecaGino Bianco

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