Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza In conclusione, i governanti italiani, aderendo nel 1876 e nel 1877 alla Lega dei tre imperatori, e nel primo semestre del 1878 alla Intesa austro– tedesca-britannica, avrebbero potuto ricercare qualcuno dei seguenti risultati: a) programma massimo: mano libera tanto verso la Tripolitania, quan– to verso l'Albania, e nello stesso tempo garanzia dello statu quo in Tunisia; b) programma minore: mano libera verso la sola Tripolitania, oppure verso la sola Albania, e nello stesso tempo garanzia dello statu quo m Tunisia; e) altro programma minore: abbandono dello statu quo in Tunisia a favore della Francia, e mano libera tanto verso la Tripolitania quanto verso l'Albania; d) programma minimo: abbandono dello statu quo in Tunisia a fa– vore della Francia, e mano libera verso la sola Tripolitania o verso la sola_ Albania; e) altro programma minimo: nessuna conquista coloniale, ma garanzia dello statu quo tunisino, in attesa che la situazione internazionale e le mi– gliorate condizioni interne del paese consentissero una politica piu attiva. Ma nessuno di quei risultati coloniali si poteva ottenere - ci si per– mette di ripeterlo - se non si rispettavano due condizioni: 1 ° abbandonare ogni rivendicazione irredentista (salvo a presentare in un primo tempo un programma irredentista per abbandonarlo in un secondo tempo, dopo aver provato a strappare, con l'aiuto di esso, piu larghe concessioni sul terreno coloniale); 2° abbandonare ogni idea di conquistare la Tunisia. Queste, non altre, erano fra il 1875 ed il 1878 le possibilità, che si offrivano ai governanti italiani. Su questi dati di fatto, non su situazioni irreali, deve essere fondato ogni giudizio sull'opera dei governanti italiani in quegli anni. Beninteso che a determinare il giudizio contribuiranno, insieme con la conoscenza obiettiva delle situazioni reali, anche le predisposizioni senti– mentali e le preconc<:zioni politiche di coloro che danno il giudizio. La politica italiana di quegli anni, infatti, può essere giudicata anzi– tutto da un punto di vista irredentista; cioè dal punto di vista di chi ritiene che la crisi orientale, come qualunque altra occasione, dovesse essere utilizzata solamente per sollevare il problema delle frontiere italo-austriache, anche senza speranza di buon successo immediato. Messa la discussione in questi termini, si deve riconoscere che la preoccupazione irredentista fu sempre presente allo spirito dei governanti italiani, i quali giocarono tutte le loro fortune sulla carta del Trentino, aspettando per risolvere questo problema una occasione .che non arrivò mai, ed intanto si lasciarono sfuggire ogni altra occasione di acquisti territoriali in altri campi. Nel marzo– aprile 1878 il Ministero Cairoli-Corti, utilizzando la intesa che gli veniva offerta dal governo britannico, avrebbe potuto provare se fosse possibile piegare sulla questione del Trentino la intransigenza di Francesco Giuseppe e di Andrassy. Ma anche la riuscita di questo tentativo era molto problema- 266 BibliotecaGino Bianco

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