Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza tita (9 agosto 1878), anzi riconobbe che il Ministero Depretis-Crispi non aveva accettato il progetto di occupare l'Albania (3 luglio, 7 agosto). ( L'on. Crispi respinse l'idea di una occupazione italiana dell'Albania. L'on. Crispi e l'on. Depretis sapevano che una spedizione, con l'apparenza solo della conquista, non sarebbe stata accetta agli italiani; e non avevano consentito all'offerta, molto seria, non ironica, come alcuni fanciulli vorrebbero far credere (La Riforma, 18 agosto 1878). L'Albania insieme alla Tessaglia ed all'isola di Candia erano destinate dalla Riforma, per principio di nazionalità, alla Grecia. Nel numero del 25 dicembre 1877, La Riforma scriveva sull'Albania: Non intendiamo punto di dimostrarci favorevoli all'idea di un'annessione (dell'Alba– nia all'Italia), perché anzi riteniamo che l'Italia abbia già troppi fastidi in casa propria, senza andare ad assumersene altri, senza dire che essa sarebbe contraria a quel principio di nazionalità da noi sempre propugnato. Nel numero del 29 febbraio 1878, La" Riforma scnveva: La Grecia non deve ricorrere invano a quel principio di nazionalità, che ai giorni nostri è il solo fondamento della costituzione degli Stati. La Tessaglia, l'Albania, l'isola di Candia, tutte le membra insomma alla gran patria ellenica, invocano l'unione alla Grecia. Non dubitiamo che l'Italia farà sentire la sua voce nel Congresso a favore dell'autonomia dei principati slavi,, ma piu ancora dell'indipendenza e dell'unità della Grecia e della Romania. 2 Ma il sistema di idee, che i doèumenti smentiscono da cima a fondo, ha avuto grande fortuna in Italia. La opinione fra noi è che i governanti del 1875-1878avrebbero potuto, e quindi dovuto, approfittare della crisi orien– tale per ottenere dei compensi. Essi - scriveva l'Amadori Virgili, autore dell'opera piu ponderosa che abbiamo fin'ora sulla storia della politica estera italiana - essi "potevano" chiedere una rettifica di confini verso il Trentino: il governo di Vienna "indubbiamente" pensava ad un compromesso di questo genere, quando offriva uno scambio di idee a quello di Roma; oppure avrebbero potuto accettare la Tunisia, "perché la Francia era im– mobilizzata dalla Germania, anzi la stessa Francia avrebbe consentito ad abbandonare Tunisi all'Italia, perché sarebbe stata compensata con qualche zona d'influenza nella Siria ed in ogni modo essa pure avrebbe dovuto ben pensare prima di muovere guerra all'Italia"; oppure avrebbero potuto otte– nere la Tripolitania, o l'Albania o il Sudan; ma erano "uomini mediocri"; "l'animo nazionale non era all'altezza della situazione"; "la società italiana non seppe coagularsi patriotticamente attorno al governo dichiarandosi fiera- 2 Parlando alla Camera dei deputati, nella seduta del 16 marzo 1880, Crispi diceva: "'La questione albanese, poiché s'è voluta imputare all'Italia una politica che non ebbe mai, cioè di voler metter le mani sopra una delle province che oggi appartengono alla Turchia europea, è una questione che presto o tardi dev'essere risoluta. Gli albanesi hanno una vera nazionalità? Si è stu– diato se questa popolazione abbia gli elementi costitutivi per reclamare la sua parte al banchetto delle nazioni. Per le loro tradizioni, per la loro lingua, per i sacrifici sofferti nella rivoluzione dal 1821 in poi, gli albanesi devono essere con la Grecia. È inutile ogni studio ulteriore: annetteteli, confederateli, stabilite per i medesimi il sistema di governo, che meglio vi piaccia; ma tosto o tardi tutti gli albanesi dovranno unirsi alla Grecia. 11 {Discorsi parlamentari, Il, 411). 264 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=