Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 .Ti prego vivamente a non lasciargliela passare liscia. E tale ventura per noi l'aver proprio cosi buono in mano da mostrare immediatamente col fatto, che se siamo colpe– voli, questi signori non sono neppure loro senza macchia, che sarebbe un vero peccato non trarne profitto. Ad ogni modo ti garantisco che se per avventura Andrassy mi tenesse parola lui dell'accaduto a Roma, l'incidente di Praga non lo terrò in tasca: poiché in fatto di argomenti, è quello il migliore che potrei trovare per rispondergli. Chi non si dava tanti pènsieri, era, a Londra, Menabrea. Quando, il 7 maggio, l'ambasciatore tedesco gli fece la predica contro le ambizioni irre– dentiste italiane, lui si convinse che anche il governo tedesco era favorevole ai desideri italiani verso il Trentino! Infatti l'ambasciatore tedesco gli aveva detto: "per carità, non parlate di Trieste"; non aveva accennato a Trento; dunque, lasciava Trento all'Italia. E lui subito a telegrafare a Roma per ammonire che non si agitasse la questione di Trieste: La Germania considera Trieste come porto germanico piu che porto austriaco. Presto, o tardi, l'Adriatico è destinato a diventare, come pel passato, un mare esclusiva– mente italiano; ma per arrivare a questo risultato, è mestiere prepararsi nel silenzio, senza eccitare inopportuni allarmi. Per Trento le cose, fortunatamente, erano diverse: Io credo di scorgere che l'idea di una annessione del Trentino all'Italia abbia fatto grandi progressi nella opinione degli uomini politici (germanici). 'Essi sono oramai persuasi che l'unione del Trentino all'Austria è una spina per noi ed un peso per l'Austria stessa, a cui quel distretto non resta unito che per un filo di amor proprio, che una circostanza favorevole può spezzare senza dar luogo alla menoma collisione... Ritengo che la questione del Trentino è matura nella opinione di uomini di Stato, mentre quella di Trieste non lo è ancora. Ho avuto occasione piu volte di parlarne con ministri inglesi; e piu particola'rmente con lord Derby, ed ho potuto scorgere che egli è in quell'ordine di idee. Anche Launay, a Berlino, sognava ad occhi aperti: la causa di tutti 1 mali, secondo lui era che .[Nelle bozze di Salvemini mancano le pagine 275-280. (N.d.C.)] Che cosa voleva dire con queste parole? Che bisognasse opporsi al- 1' Austria? Che non bisognasse opporsi, ma che il Ministero dovesse prendere fino da ora gli accordi necessari per far fronte alla agitazione, che certa– mente si sarebbe manifestata? Lui non lo disse, e nessuno glielo domandò. Corti si dichiarò "dolente di dover dichiarare che il presidente del Consiglio aveva considerevolmente rimpicciolita la questione." È la prima volta che l'Italia una e indipendente è chiamata a prender posto fra le Grandi Potenze d'Europa. Trattasi ora di decidere se essa abbia a presentarsi come elemento d'ordine, di concordia e di pace, oppure come sollecitatrice di speciali favori. Nel primo caso io sono disposto ad assumere l'incarico; nel secondo, non solo non assu– merei l'incarico; ma avrei a rassegnare il portafoglio. - Il presidente del Consiglio fece allusione all'eventualità dell'occupazione della Bosnia e dell'Erzegovina da parte del- 253 BibliotecaGino Bianco

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