Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 straziane alla Porta San Pancrazio, dove nel 1849 c'era stato uno scontro fra le truppe francesi e quelle della repubblica romana. La dimostrazione fu a tendenza, com'era naturale, repubblicana e anticlericale; logicamente avrebbe dovuto essere anche francofoba, visto il· fatto che si commemorava; invece, gli oratori parlarono di Trento e Trieste, e maltrattarono debita– mente l'Austria. Il S maggio l'ambasciatore austriaco, barone Haymerle, si presentò a Corti per protestare. Dopo avermi parlato di cose indifferenti - cosi Corti riferiva a Robilant il colloquio, in una lettera del maggio - mi disse, non senza una certa emozione, volermi parlare di quello che era successo nei giorni passati; ma considerassi le sue parole come un monologo. È questa una nuova specie di comunicazione negli annali della diplomazia ... Egli si esprimeva allora in termini severissimi riguardo alle espressioni riguardanti le province austriache, insistendo soprattutto sul pericolo e sulla illegalità della istituzione dei Comitati, che avrebbero, fra gli altri, questo oggetto. Io risposi che deploravo grandemente quelle espressioni; che però credevo (parlando io pure a guisa di monologo) che egli esagerasse alquanto la loro importanza, ecc.; il governo aver creduto piu conveniente di mostrare quanto fossero impotenti e ridicole quelle dimostrazioni col non opporsi con la forza; l'affare delle province irredente non essere che un incidente di una questione assai piu grave. Replicava egli, le dimostrazioni contro la monarchia non riguardarlo; doversi preoc– cupare di quelle, che erano dirette contro la integrita dell'impero, e cosi via. Il giorno dopo, 6 maggio, si fece avanti anche l'ambasciatore tedesco, Keudell: Oggi - cosi Corti riferiva immediatamente il colloquio, a Cairoli - venne a vedermi l'ambasciatore di Germania, e mi disse amichevoli, ma gravi parole sull'argo– mento, insistendo soprattutto sui pericoli di permettere una organizzazione di Comitati, per tutta l'Italia, i quali avrebbero per scopo, fra gli altri, di lavorare a mutamenti terri– toriali concernenti una vicina Potenza. Egli mi fece intendere, sempre amichevolmente, come la Germania non potrebbe a meno, di vedere di mal'occhio queste agitazioni. Corti ripeté anche a lui quel che aveva risposto a- Heymerle: Keudell "ebbe l'aria di essere poco soddisfatto. m 4 I comitati repubblicani ed irredentisti non erano neonati di quei giorni; la dimostrazione di Porta San Pancrazio non era la prima del genere: che cosa era successo di cosf grave, dopo il 27 aprile, per mutare ad un tratto una situazione, che ancora in _quel giorno si presentava "à l'eau de rose"? 2. Verso il Congresso di Berlino Era avvenuto che negli ultimi giorni dell'aprile 1878, Bismarck aveva avuto con Gambetta un colloquio segretissimo, in cui aveva discusso la probabilità di una intesa franco-germanica. L'accordo era mancato: Bismarck 141 Corti a Robilant, 7 maggio 1878. 251 BibliotecaGino Bianco

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