Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte te,·za Corti riconfermò ancora una volta la neutralità: Ella comprenderà - scriveva a Menabrea, il 1 ° aprile - la gravità di queste cir– costanze. Io non posso veramente credere che codesto governo voglia esercitare sul reale governo una indebita pressione per indurlo ad atti che non entrano nei suoi sentimenti. Siamo decisi a mantenere la nostra completa libertà d'azione. Se l'Inghilterra avesse per avventura il pensiero di forzarci la mano, converrebbe veramente abbandonasse il progetto, e capisse che se avessero a scoppiare le ostilità fra essa e la Russia, è nostro fer– mo intendimento di conservare una imparziale neutralità e di farla rispettare. Il Consiglio dei ministri fu unanime nell'approvare la condotta del Corti: "Non una voce," Corti negli Appunti personali e politici, "s'alzò nel Consiglio per sostenere che l'Italia avesse a legarsi all'Inghilterra, ed il progetto non ebbe altro seguito. 1110 Nessuno fra i ministri pensò che una trattativa col governo inglese poteva essere tentata senza pericolo alcuno, se non altro per scoprir terreno: sarebbero stati sempre a tempo a ritirarsi sulla linea della neutralità, qualora neanche l'aiuto inglese fosse riuscito ad ottenere loro qualche compenso "nelle Alpi." Nessuno pensò che anche la neutralità poteva essere negoziata, se non altro per vedere se si potesse con– seguire la garanzia dello statu quo in Tunisi. Forse Cairoli non disperava di mettere a profitto la neutralità in condizioni migliori, qualora la guerra fra la Russia e l'Austria fosse scoppiata. 11 circolavano a Stoccolma, scriveva: "L'Italie dans la question d'Orient est avec la Russie. Les anglais sont furieux contre !es italiens. Ces derniers auront à s'en repentir disent-ils." Menabrea a Corti il 16 aprile 1878: "Non si può nascondere che per qualche tempo la nostra posizione presso l'Inghilterra fu alquanto difficile. Dopo le accuse di alcuni giornali viennesi (probabilmente pagati per propalare tali notizie), si era qui persuasi (specialmente nella Corte) che avevamo con– tratto un'alleanza colla Russia." Cfr. HAYMERLE, Italicae res, p. 133: "È ormai un segreto reso pubblico che l'Italia pensò all'alleanza colla Russia nell'ultima guerra orientale nel caso che l'Austria vi avesse preso parte attiva." I documenti italiani dimostrano che un trattato di questo genere non esisté mai neanche per ombra. Nigra a Corti 5 aprile 1878: "Le nostre relazioni con la Russia sono eccellenti e cordiali. Le manterrò tali, se Dio mi aiuta. Nel tempo stesso, checché abbiano stampato certi giornali, non abbiamo alcun impegno. Mi è caro constatare a te questa situazione, che può formularsi cosi'.: relazioni amichevoli, cordiali, tra l'Italia e la Russia, senza alcun legame che vincoli la loro libertà d'azione rispettiva. lj Cfr. Libro Verde, "Affari d'Oriente," 21 giugno 1878, doc. CDXVI, p. 117, Nigra a Corti, 1° giugno 1878: "Per quanto riguarda la Russia e per quanto è a mia notizia, l'Italia si presenterà al Congresso assolutamente libera da ogni qualsiasi impegno verso il Gabinetto imperiale russo." . 10 Nel carteggio Robilant, c'è un appunto scritto dal Chiala: 22 dicembre 1892: "Colloquio con Miceli. Cairoli si lagnava che Corti non gli avesse comunicata la domanda dell'Inghilterra, di far causa comune con l'Italia per gli interessi del Mediterraneo. Se noi ci univamo all'Inghilterra, essa non avrebbe preso Cipro." L'affermazione del Miceli, ministro di agricoltura con Cairoli e Corti, è in pieno contrasto con l'affermazione di Corti, secondo il quale la proposta del governo inglese fu discussa e respinta nel Consiglio dei ministri alla unanimità. Ma il Miceli non era uomo che avesse molto pronunciato il culto della verità; difendendo Cairoli, difendeva se stesso; parlava quattordici anni dopo gli avvenimenti, quando Corti era morto da quattro anni. Depretis, che conosceva la proposta inglese, nel fare le consegne a Cairoli, non può non avergliene parlato, anche indipendentemente dal Corti. Salvo altre prove, dunque, non è il caso di credere a Miceli piuttosto che a Corti. Che dire, poi, dell'affermazione che il governo inglese non avrebbe occupato Cipro, se gli si fosse associato il governo italiano? 11 BENEDETII, Essais diplomatiques, p. 204: dice che durante le trattative, che prepararono il Congresso di Berlino, il barone Haymerle, ambasciatore austriaco a Roma, offd a Cairoli un accordo, accennando alla Tunisia, e Cairoli rifiutò. Questa notizia non è data da nessuna altra fonte. Benedetti, antico ambasciatore di Napoleone III a Berlino, era fuori degli affari dopo il 1870. Certamente ha spostato alla primavera del 1878 le conversazioni Andrassy-Robilant dell'estate ed autunno 1877. - DEBIDOUR, Histoire diplomatique de l'Europe depuis le Congrès de Berlin jusqu'à nos iours, I, p. 41 racconta che la Tunisia "avait dès 1878 paru à l'Allemagne déjà mure pour une inféodation oflicielle à l'une des deux Puissances (Francia o Italia). Des ouvertures avaient été faites dans ce sens au nom de Bismarck aux ministres des affaires étrangères, Mancini, qui ne leur avait pas fait grand accueil, et avait répondu que le Cabinet de Rome voulait aller au Congrès 248 BibliotecaGino Bianco

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