Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 -,-,;,-,....--~--•op-.~--· ,r, ;· :-· -::~ ~ ··t; Mentre Depretis si era mostrato favorevole ad accettare la offerta inglese, Corti la rifiutò il 28 marzo, dichiarando che "il governo di S.M. non sti– mava di poter prendere impegni che potessero condurlo ad un'azione. " 8 La proposta - egli spiega negli Appunti personali e politici - pareva a prima vi– sta di poca entità. Ma essa acquistava una grande importanza, se si prendevano in con– siderazione il momento, in cui era messa innanzi, i commenti da cui era accompagnata. Il momento infatti era supremo, imperocché non mancava forse che una goccia d'acqua per far traboccare la bilancia dalla parte della guerra. Una risposta affermativa, la s·ola esitazione nel rispondere, potevano forse fornire quella goccia d'acqua: e l'Italia aveva ogni ragione per rifuggire da una guerra europea. Io sentivo la grande responsabilità che pesava sopra il governo del re; ed ero deciso di dirigere tutti i miei atti al precipuo scopo della conservazione della pace europea. . Io rispondevo dunque all'ambasciatore dell'Inghilterra esistere certamente in Oriente questioni, sulle quali i due paesi avevano interessi comuni; nulla stavami piu a cuore che d'intendermi col governo britannico sopra di essi. Feci tuttavia intendere che questa co– munità d'interessi non aveva a trarre il governo del re ad accordi che l'impegnassero in una azione armata, imperocché nelle presenti congiunture e fino a che i suoi interessi di– retti non fossero compromessi esso era deciso a mantenersi neutrale. Sir Augusto Paget s'allargò allora in argomenti tendenti a provare il vantaggio che l'Italia avrebbe nel fare un'alleanza con l'Inghilterra contro la Russia; e disse, fra le altre cose, che l'Inghilterra era ricca, la questione finanziaria non avrebbe in alcun modo a preoccupare l'Italia. Questa osservazione del signor ambasciatore mi raffermava sempre piu nel mio in– tendimento di mantenere l'Italia libera da qualunque impegno: poiché l'Italia, se rifuggiva dalla guerra, rifuggiva ancor piu dal farsi mercenaria di altre potenze. Conchiudevo che comunicherei il nostro colloquio al Consiglio dei ministri, darei poscia una risposta de– finitiva. Proprio in quegli stessi giorni, lord Derby, contrario ad ogni politica troppo risoluta, si dimetteva da ministro degli esteri britannico. Gli succedeva lord Salisbury. Il 30 marzo il Gabinetto deliberava la occupazione di Cipro; il 1 ° aprile, la regina Vittoria leggeva al Parlamento un messaggio bellicoso, e lord Salisbury lanciava una circolare, che era una vera e propria sfida alla Russia. Nello stesso tempo, passava alle minacce contro il governo italiano. Il 30 marzo Menabrea telegrafava da Londra: "Si parla sommessamente di una dimostrazione che l'Inghilterra sarebbe per fare nel Mediterraneo." In– sieme con questo telegramma, il 31 marzo, giungeva a Roma anche la notizia che quattro corazzate inglesi si erano presentate nelle acque di Siracusa. Facendo questa dimostrazione, lord Salisbury, probabilmente, voleva non tanto forzare la mano a Corti per farlo uscire dalla neutralità, quanto minacciarlo per il caso che si proponesse di uscirne per mettersi con la Russia. A Londra e a Vienna, infatti, sospettavano che il governo di Roma avesse un trattato segreto di alleanza con quello di Pietroburgo. 9 sir Augustus Paget nel principio d'aprile 1878." Ma deve trattarsi di un errore di memoria: fino dal 28 marzo, la proposta inglese era già stata respinta dal Corti. Quindi il memorandum deve essere al piu tardi del 28 marzo. Forse era già stato presentato a Depretis fra il 13 e il 24 marzo. s Libro Verde, "Affari d'Oriente," 21 giugno 1878, num. CDXXX, pp. 365-66; PALAMENGHI– CRISPI, Francesco Crispi: politica estera, p. 75. 9 Il 16 settembre 1876, il diplomatico francese, barone de Billing, ripetendo le voci che 247 BibliotecaGino Bianco

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