Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza venisse un accordo esplicito su un programma d'azione chiaramente definito, e tutti s'impegnassero ad appoggiare francamente il ministro degli esteri, ciascuno fra i propri amici, coi propri giornali, e nel campo delle proprie funzioni. Invece un accordo esplicito di tal genere sembra non vi sia mai stato. E il Corti doveva, poi, scontare amaramente quest'errore iniziale da lui commesso, col non mettere subito risolutamente le carte in tavola innanzi all'intero Consiglio dei ministri, affinché ognuno assumesse nella prossima inevitabile crisi la sua parte di responsabilità. Del resto era difficile mettere insieme due uomini piu diversi che non fossero Cairoli e Corti. Il primo era un bell'uomo, proveniente dalle cospi– razioni mazziniane e dalle avventure garibaldine, oratore dalla bocca rotonda furoreggiante nelle sagre patriottiche, preoccupato naturalmente della propria popolarità, ottimo cuore e generoso nell'insieme, ma testa completamente vacua. Il secondo aveva fatto tutta la sua carrie"ra nella diplomazia; era un piccolo omino, bruttissimo, dall'" aspetto giapponese," originale e spiritoso nella conversazione privata,6 ma impacciato nell'am– biente parlamentare di cui non possedeva nessuna pratica, sospettoso ed ostile contro le dimostrazioni, i comizi, i movimenti di piazza, in cui si fabbricano e si demoliscono le popolarità. Altro personaggio autorevole nel Gabinetto era il ministro degli interni, Zanardelli, deliberato a rispettare lealmente, come ministro, il diritto alla piu ampia libertà di associazione, riunione, dimostrazione, che aveva sempre rivendicato come deputato, asso– ciato anche lui fino dalla sua gioventu al movimento irredentista dei gruppi democratici. Era mai possibile che un Ministero di questo genere riuscisse ad avere una politica estera rettilinea, ed a coordinare con la politica estera la politica interna? Corti si trovò subito a dovere rispondere ad un memorandum dell'amba– sciatore britannico: · In vista dei mutamenti che la guerra presente e le sistemazioni consecutive possono produrre nell'attuale equilibrio delle forze per quanto riguarda le comunicazioni fra il Mediterraneo e il mar Nero, i governi dei paesi piu immediatamente interessati in que– ste acque si accordano per considerare come questione di competenza generale la conser– vazione dei loro interessi commerciali e politici nel Mediterraneo e negli Stretti, ed anche ogni tentativo di violare questi interessi; e di tempo in tempo, per quanto sarà possibile, si intenderanno sulle misure che possano essere necessarie per la conservazione di questi interessi.7 6 Sulla grande bruttezza e sul molto spirito di Corti c'è un vero plebiscito fra tutti quelli che lo conobbero: Moiiv, Souvenirs, p. 105; WERTHEIMER, Andrassy, III, 110; HoHENLOHE, Denk– wurdigkeiten, II, 232; RADOWITZ, Aufzeichnungen und Erinnerungen, Il, pp. 214-367. 7 "Memorandum most confidential. In view of changes which the recent war and the arrangements consequent on its termination may bring about in the balance of power hitherto maintained as to communication between the Mediterranean and the Black Seas, the Governements of Countries more immediately concerned in those Waters agree to consider maintenance in that respect of their commerciai and political interests in the Mediterranean and the Sraits and also any act tending to a violation of those interests as question of generai concern. And they will from time to time so far as practicable, come to an understanding as to measures which may be necessary for the maintenance of those interests." Cfr. Libro Verde, 21 giugno 1878, "Affari d'Orien– te," num. CDXXIII, 16 marzo 1878; PALAMENGHÌ-CRISPI, Francesco Crispi: politica estera, p. 74. Il documento fa parte del carteggio Corti, ed è indicato dal Corti "come memorandum lasciato da 246 BibliotecaGino Bianco

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