Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 Riferendo a Roma questo colloquio, Robilant osservava: "Ce que je ne vois pas dans tout ça, c'est l'Alliance des trois empereurs." Inoltre la improv– visa tenerezza di Andrassy non lo persuadeva: Le brusque changement de front, qu'il vient de faire avec nous, ne me rassure ,, moitié. Il y a à peine quatorze jours que nous nous sommes encore dit réciproque– %1e~tdes choses trés pénibles; et aujourd'hui il veut se montrer notre meillcur ami. Cela n' est pas nature!. Perciò proponeva che si rispondesse ad Andrassy, dichiarandosi d'accordo con lui nella teoria, che i cambiamenti territoriali dovessero· essere consentiti dalle Potenze firmatarie dei trattati di Parigi (1856) e di Londra (1871), fra cui c'era anche l'Italia: fino a questo punto, accettare la proposta di Andrassy non poteva essere che utile; ma quanto alla dichiarazione, da farsi eviden– temente a Pietroburgo, non si doveva accettarne alla cieca la proposta: "je ne voudrais marcher trop vite bras-dessus bras-dessous avec Andrassy "; sa– rebbe stato opportuno rispondere che si era disposti a tenere a Pietroburgo il linguaggio desiderato da Andrassy, ma "quando e come sarebbe stato possi– bile concertarsi insieme. 1181 Depretis non se lo fece dire due volte: anzi accennò un passo piu in là, in senso favorevole al governo russo: dichiarò che nell'esaminare, col con– corso delle altre Potenze, i patti della pace russo-turca, egli voleva non solo subordinare la eventuale azione comune austro-italiana ad un'intes!l col go– verno tedesco, ma anche mantenere "uno spirito assai conciliante" verso il governo russo, "tenendo conto in questa misura degli ultimi avvenimenti di guerra" (21 gennaio). Siccome erano noti gli sforzi che faceva Bismarck per mantenere l'intesa fra Vienna e Pietroburgo, e siccome Depretis intendeva che a favore di Pietroburgo fossero tenuti presenti i risultati della guerra, la risposta di Depretis capovolgeva del tutto la proposta di Andrassy: questi domandava una dimostrazione contro Pietroburgo; Depretis rispondeva con una dichiarazione di amicizia verso Pietroburgo. Nella penisola balcanica occidentale, Depretis difendeva sempre contro il gover·no di Vienna lo statu quo (salvo ad abbandonarlo per compensi "nelle Alpi"); nella penisola balcanica orientale, invece, abbandonava lo statu quo, per mostrare "spirito conciliante" verso il governo dello zar. Si era appena sottratto all'invito di Andrassy, e il 30 gennaio l'am– basciatore britannico a Roma gli comunicava !'.opinione di lord Derby che t~tti i governi firmatari del trattato di Parigi avevano il diritto di interve– nire nelle nuove sistemazioni territoriali: lord Derby sperava che questo punto di vista "incontrasse l'assenso delle altre Potenze. 1182 Cominciava cosf a rivelarsi la intesa per l'azione indipendente e parallela che era stata con– ~ordata nel luglio precedente tra lord Derby e Andrassy. Depretis rispose il 3 febbraio a Derby, come ad Andrassy: "In massima le questioni regolate !! R?bilant a D~pretis, 26 gennaio 1878. - Libro Verde, "Affari d'Oriente," 21 giugno 1878, doc. CCCVI, p. 269. 237 BibliotecaGino Bianco

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