Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza Vidi Andrassy, e gli dissi che eravate stato da me, e che il governo italiano vuol vittere in una buona amici.zia coll'Austria. Ne fu lieto e mi incaricò di salutarvi. L'Italia non vorrebbe che l'Austria prendesse la Bosnia e l'Erzegovina. Ma Bismarck è sordo: "Gli affari russi vanno male e quest'anno la campagna è finita. L'Austria non ha intenzione alcuna di muoversi. Fareste bene di vedere l' Andrassy. Troverete in lui un buonissimo amico." L'insuccesso non poteva essere piu coinpleto. 6 } Quanto a Crispi - riferiva l'ambasciatore austro-ungarico in Berlino, Karolyi, ad Andrassy - il segretario di Stato (Biilow) ci ha tenuto a farmi rilevare che le sue in– sinuazioni riguardo eventuali compensi per l'Italia a nostre spese, qualora dovessimo fare acquisti in Turchia, hanno trovato qui sourde oreille; non solo, ma qualunque doman– da di appoggio per un siffatto desiderio ~taliano da parte della Germania, è stata respinta nel modo piu reciso; e al signor Crispi non è stato lasciato nessun dubbio sulla soli– dità dell'amicizia germanica verso di noi. Ma il conte de Launay, tutto invasato dalla idea dell'alleanza italo– germanica contro la Francia, si sarebbe arrampicato sugli specchi pur di sperare che da siffatta alleanza potesse venire qualche vantaggio anche nei rapporti tra Italia e Austria. Bismarck aveva detto a Crispi di avere riferito ad Andrassy le preoccupazioni italiane per una eventuale annessione della Bosnia. Buon segno! - pensò Launay, e scrisse a Roma: - se Bismarck aveva consentito a parlarne, questo voleva dire che era ben disposto verso l'Italia. Anche Tornielli si rallegrò della notizia. In che senso Bismarck avesse parlato della cosa ad Andrassy - in senso favorevole? In senso"con– trario? con attitudine neutrale? - né lui né Launay si domandarono: volevano illudersi. Ma Andrassy come aveva risposto? Ecco una curiosità, che non si po~eva evitare. Tornielli ne domandò il 4 ottobre all'ambascia– tore tedesco, Keudell. Questi rispose che "era raccomandabile di lasciare la cosa a tacere e non ritornarci piu sopra." Tornielli si contentò. Bismarck postillò il rapporto di Keudell con un certamente. E Launay e Tornielli si nm1sero a sognare. 5. Crispi, Derby e Andrassy L'appoggio che mancava a Berlino, Crispi sperò di trovarlo a Londra e a Vienna: Io sarei d'avviso scriveva a Depretis il 20 settembre - che convenisse parlar chiaro e franco a Vienna e Londra, e dir netto il nostro pensiero. 63 Nella letteratura agiografica crispina (per esempio, "Nuova Antologia," 15 gennaio 1903, pp. 354-55; prefazione di C. FINOCCHIARO-APRILE, ai Discorsi parlamentari di F. CRISPI, p. XX; PALAMENGHI-CRISPI, Francesco Crispi: politica estera, p. 72; CASTELLINI, Crispi, pp. 32-3) que st a missione presso Bismarck è considerata come il primo successo di Crispi diplomatico! Invece Rosr, Storia contemporanea d'Italia, p. 447, ha visto chiaramente che la missione "non portò nessun frutto." Identica opinione espresse nel 1878 BONGHI, Il Congresso di Berlino, p. XXI. 228 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=