Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 P rofitto un viaggio, che questi intendeva fare a Parigi, a Bruxelles, tere a . . • d' · d e a Berlino, per informarsi_ se _quei go;erm er~no_ . ispost~ a un _accor_o per la compilazione di ~n co~ice mtern~zio!1ale_di din~to pnvat~; 11pres1den_t: del Consiglio incaric? uffic10sament~11v1~ggi~tore d1 scandagh~re _ 1 propos1_t1 di Londra e di Berlino sulla quest10ne d Oriente e sulle relaz1om. fra Italia e Austria, e fra Italia e Francia. 57 Per quanto riguardava le trattative con Bismarck le istruzioni di De– petris a Crispi, in data 27 agosto 1877, dicevano: Sua maestà sente il bisogno di stringere in modo piu mtimo i rapporti amichevoli dell'Italia con la Germania, e considera che V. E. faccia conoscere a S. A. il principe di Bismarck come sarebbe conveniente di addivenire ad un accordo completo col mezzo di un trattato di alleanza, che fondandosi sui comuni interessi provveda a tutte le eventualità. Gli interessi italiani possono essere offesi non solo dalla prevalenza del partito oltra– montano (in Francia), ma anche dall'ingrandimento dell'Austria coll'annessione di alcune provincie ottomane, possibile conseguenza della guerra d'Oriente. È desiderabile che i due governi si mettano d'accordo anche su questo punto. 58 L'alleanza italo-tedesca, secondo il pensiero di Depretis, doveva essere considerata come utile alla Germania piu che all'Italia, verso ovest, nei riguar– di con la Francia; e a questo guadagno, prevalentemente tedesco, doveva corrispondere, verso est, la solidarietà della Germania coll'Italia, nella que– stione della Bosnia, di fronte all'Austria. Chi fino a quel giorno - spiega il Chiala - aveva mai posto in dubbio che, an– che senza trattato, la Germania avrebbe considerato come interesse suo proprio aiutare l'I– talia, se fos•sestata aggredita dalla Francia? La no~tra offerta di alleanza non poteva dun– que, non tornare accettissima a Bismarck, perché dileguava dalla mente sua il dubbio, da lunghissimi anni nutrito, che noi non sapessimo risolverci in niun caso a riguardar la Francia come nemica. Ma, per noi, l'alleanza della Germania - oltre che ci era assicu– rata per le ragioni dianzi accennate - costituiva piuttosto un danno che un vantaggio, se non ci garantiva qualche utile certo e positivo. Questo avrebbe potuto essere il conse– guimento di un compenso, di fronte al beneficio che l'Austria-Ungheria avrebbe ritratto all'annessione della Bosnia e dell'Erzegovina. 59 Crispi parti il 28 agosto. Pas$Ò dapprima per Parigi. Delle conversa– zioni avute con gli uomini politici francesi rese conto in rapporti del 2-11 settembre 1877. I francesi diffidano di noi, ed al tempo stesso sospettano che noi diffidiamo di loro... Ed a dileguare i dubbi, che credono possano essere nell'animo nostro, si sforzano a testi- • 57 CH_IALA, Pagine, I, p. 272. In un foglietto scritto dal Chiala, che si trova nel carteggio Robilant, c1 sono gli appunti di una conversazione avuta dal Chiala il 16 maggio 1892, con Cle– fà77te C~ar~ini_, intimo di Depretis e di molti altri uomini della Sinistra. "Missione Crispi nel : r~sp1 s1 raccomandò a Mancini (ministro di Grazia e giustizia) per avere un incarico di M 0 f 1fica~1o?e al Codice civile sulla posizione fatta agli italiani all'estero. Mancini ne parlò a m~ ~ga~i, 11 quale non fece obiezioni a munire Crispi di una lettera commendataria presso i u:r st h 1 del re all'estero. Quando Crispi ebbe l'incarico, fece parlare al re, rappresentandogli l'uti– scr· c e d~a~te. il viaggio all'estero, cercasse di disimpegnare una missione politica. Il re m 1 1sse a C~1sp1,mcoraggiandolo e indicandogli di mettersi d'accordo con Depretis. Depretis esitò 0 to, ma 1n fine accettò." 58 P~ENGHI-CRISPI, Crispi: politica estera, pp. 6-69. 59 Pagine, I, 219. 223 BibliotecaGino Bianco

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