Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza Cosf dal luglio 1877 in poi, il governo di Vienna si trovò in una posi– zione diplomatica e militare fortissima: finché il governo russo non spingeva le sue ambizioni troppo lontano, funzionavano le assicurazioni di Reichstadt; non appena le ambizioni russe avessero accennato ad oltrepassare le conces– sioni austriache, entrava in campo la controassicurazione dell'Inghilterra. E da questo momento in poi, anche il governo inglese era portato a pren– dere posizione contro l'irredentismo italiano. Le truppe austriache, infatti, non potevano tenere impegnate le truppe russe in Polonia ed in Ukraina, distraendole dall'Asia, se le truppe italiane avessero minacciato il Trentino, la Venezia Giulia e la Dalmazia: mentre l'Austria applicava il suo sena– pismo fra le spalle della Russia, bisognava che l'Italia non applicasse un altro senapismo fra le spalle dell'Austria. Ora il governo inglese, come alleato del governo austriaco, poteva minacciare l'Italia per mare, e cosf impedirle di minacciare l'Austria per terra. Si riproduceva una situazione analoga a quella, che si era avuta nel 1744. Si combatteva allora la guerra per la successione d'Austria. Il governo inglese era alleato con Maria Teresa d'Austria contro Luigi XV di Francia. Il re di Napoli, Carlo III di Borbone, alleato col re di Francia, si preparava a mandare un esercito verso la Lombardia, contro le truppe di Casa d'Au– stria. La flotta inglese minacciò di bombardare la città di Napoli, se Carlo III non si dichiarava neutrale. Forse il governo inglese non sarebbe stato alieno dal consigliare a Vienna qualche concessione sulla frontiera italiana, per tacitare il governo di Roma ed aggregarlo alla combinazione. Ma la intransigenza del governo austriaco era assoluta su questo terreno; e senza l'alleanza austriaca, il gover– no di Londra non aveva nessuna possibilità di manovra contro la Russia nella questione d'Oriente. In queste condizioni, era naturale che Beacons– field e Derby si disinteressassero del governo italiano, e lasciassero ad Andrassy libertà d'azione verso la Bosnia, senza subordinare necessariamente l'intesa, ch'essi offrivano, ad una eventuale rettifica della frontiera fra Italia ed Austria. Dopo il luglio del 1877, dunque, il governo italiano si trovò come stroz– zato fra due eventualità, che pure essendo opposte l'una all'altra, erano en– trambe contrarie ad ogni sua speranza: se Vienna e Pietroburgo continua– yano ad andare d'accordo, il governo austriaco aveva disponibili tante forze da rendere impotente l'Italia per terra; se Vienna e Pietroburgo venivano in urto, ecco sottentrare alla Lega dei tre imperatori -l'alleanza fra Austria e Inghilterra, ed allora era l'Inghilterra, che rendeva l'Italia impotente, mi– nacciandola dal mare. Mentre tutto congiurava per fare della diplomazia italiana una specie di carro abbandonato sopra un binario morto, i gruppi irredentisti in Italia 349-50; CECIL, Lord Salisbury, II, p. 146; GooCH, Cambridge History of _BritishForeign Policy, III, p. 119. 218 BibliotecaGino Bianco

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