Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 Era quello che si sperava in Italia. Ma proprio da questo attrito austro– russo doveva venire il colpo decisivo contro l'irredentismo italiano! Infatti, non appena la politica. del governo austriaco accennò a divergere da quella di Pietroburgo, subito si delineò una intesa fra i Gabinetti di Vienna e di Londra. Andrassy voleva impedire che la Russia si estendesse fino a Costantinopoli nella penisola balcanica; Beaconsfield voleva impedire ogni espansione della Russia non solo verso Costantinopoli, ma anche nell'Asia anteriore. I due uomini, quindi, erano portati ad intendersi. Nel caso che fosse stato necessario opporsi con le armi alla politica moscovita, la flotta inglese poteva rendere impossibile alla flotta russa ogni movimento fuori del Mar Nero, ed appoggiare le operazioni terrestri austriache sul teatro balca– nico; in compenso l'esercito austriaco impegnava nella Polonia e nella Ukraina la massima parte delle forze russe, e cosi impediva loro di -reagire energicamente contro l'Inghilterra in Asia: l'Austria - diceva. Andrassy - poteva "mettere un senapismo fra le spalle della Russia," distraendola dal– l'Asia.48 Lord Derby aprf la via a quest'intesa austro-britannica. mediante la nota del 6 maggio 1877 all'ambasciatore russo a Londra, conte Schuvalof. In questo documento, egli indicava le regioni in cui il governo russo doveva rispettare lo statu quo, se non voleva che l'Inghilterra. uscisse dalla neutralità: ed erano l'Egitto, il canale di Suez, Costantinopoli, gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, il Golfo Persico; non una parola né sulla Bosnia, né sull'Er– zegovina, né sugli altri paesi interni della penisola balcanica. I diplomatici italiani compresero immediatamente il significato di quella dichiarazione. Il Gabinetto inglese - scriveva Nigra da Pietroburgo, il 22 maggio 1877 - sem– bra disinteressarsi completamente di ogni altra questione ... La lettera di Lord Derby non è da riprendersi per quello che dice, ma piuttosto per quello che non dice, cioè per la conseguenza che deriva chiaramente dal silenzio osservato sul futuro destino della Bo– snia, dell'Erzegovina, della Bulgaria e dei tre principati di Serbia, del Montenegro e della Rumania ... L'Inghilterra, pei rimaneggiamenti suddetti, si dichiara esplicitamente disin– teressata. L'Italia, da sé sola, senza alleati, e stretta da necessità finanziarie, sarà pro– babilmente forzata alla inazione... Le nostre osservazioni su questo punto delicato sareb– bero ricevute probabilmente, come già altre volte, con diffidenza dal Gabinetto di Pietro– burgo, e forse anche si lascerebbero trapelare di qui a Vienna. Dopo avere, con la dichiarazione del 6 maggio lasciato mano libera al governo di Vienna verso la Bosnia, lord Derby. fece, sempre nel maggio, un passo positivo piu importante: o.ffd ad Andrassy una vera e propria alleanza contro la Russia. Andrassy, che era già legato dagli accordi di Reichstadt, non ritenne opportuno arrivare fino a questo punto: si limitò ad accettare un accordo verbale, una "intesa morale," per un'azione uniforme, ma separata, salvo a deliberare, in caso di necessità, l'azione militare comune. 49 4 8 WERTHEIMER, Andrassy, II, p. 17. 49 WERTHEIMER, Andrassy, III, pp. 28-39; GORIAINOW, Le Bosphore et les Dardanelles, pp. 217 BibliotecaGino Bianco

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