Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La· politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 alla pace. Ma in tutti questi paesi, che sono governati con regime personale, la forza del partito militare è grande . .Il sottosegretario (Tornielli), che è qui il vero ministro de– gli esteri, insistette energicamente presso me affinché noi non svalutassimo l'influenza dei ' sentimenti personali nei sovrani, ed evitassimo ogni discorso che potesse froisser Io czar. Qui sono fermamente per la pace - ma le loro simpatie sono russe. 37 Ma il 24 dicembre 1876, Nigra comunicava da Pietroburgo: In questa questione l'Italia si trova isolata o quasi ... Potrò ripetere le già fatte dichiarazioni sulla nostra opposizione, sia ad un'occupazione austriaca della Bosnia, sia ad un'eventuale annessione di un territorio turco qualunque all'impero austriaco. Ma né il nostro atteggiamento, né le nostre dichiarazioni, se rimangono isolate, varranno ad ottenere che la Russia rinunci all'alleanza ed alla complicità dell'Austria, se queste pos– sono servirle per giungere piu facile allo scopo tradizionale della s_ua politica. Di fatti, il 15 gennaio 1877, i Gabinetti di Pietroburgo e di Vienna mettevano per iscritto gli accordi conchiusi verbalmente a Reichstadt nel luglio precedente. 38 Solamente da Londra, l'ambasciatore italiano, generale Menabrea, an– nunziava che il ministro degli esteri, lord Derby, gli prometteva appoggio · per eventuali domapde di compensi. Ma erano parole vaghe ed equivoche, come la succ.essivaesperienza doveva dimostrare. A Londra temevano che si formasse un accordo italo-russo, 39 e per evitare che sorgesse tenevano a bada Menabrea. Lord Derby era uomo di grande intelligenza, ma di volontà indecisa, e perciò abilissimo nel fare dichiarazioni a doppio uso, che non impegnavano a nulla. 40 Depretis si rerideva conto della impotenza, a cui era ridotta la diplo– mazia italiana. Ad un gruppo di istriani che, nell'aprile 1877, gli presentava un memoriale, faceva raccomandare vivamente che "non facessero cosa, d . h . 1 1141 non 1cessero cosa, c e potesse compromettere 1 governo. Melegari e Tornielli lasciavano senza istruzioni gli ambasciatori. 42 Launay, come abbiamo visto, aveva. proposto e fatto accettare a Roma, nel– l'autunno del 1876, l'idea di presentare ai diversi Gabinetti le riserve ita– liane pel caso che il governo di Vienna si annettesse Ja Bosnia; regolata cosf la posizione formale per ,ogni futura eventualità, trovava che non c'era da fare piu nulla per il momento. Nigra, a Pietroburgo, andava piu in là: il 3 febbraio 1877 diceva al consigliere di legazione austriaco: "Dica o 3 7 CECIL, Li/e of Salisbury, II, p. 107. 38 Grosse Politik, III, p. 111; WERTIIEIMER, Andrassy, II, pp. 384 sgg., 390 sgg.; GAULD, The Dreikaiserbundnis, pp. 220-21. 39 Menabrea a Melegari, 10 maggio 1877: "Voci circa gli impegni supposti dell'Italia (con la Russia) continuano a circolare": Libro verde, 21 giugno 1878, doc. XLI, 42-3. 40 HANoTAUX, Hist. de la France contemporaine, IV, p. 135 parla di un'"entente entre l' Allemagne, l' Angleterre et l'Italie au sujet des affaires d'Orient," che avrebbe funzionato nel marzo del 18n. Di questa intesa i documenti da noi studiati non danno alcun indizio. L'Hanotaux cita come fonte della sua affermazione un articolo del "Correspondant," 10 ottobre 1901, in cui di quell'intesa non si trova neanche una parola. 41 CoMBI, Istria: studi storici-politici, pp. 299-300. 42 Questo risulta dal carteggio Robilant nel quale le domande d'istruzioni sono continue e spesso l'ambasciatore deve annunziare che, in mancanza di quelle, ha dovuto affidarsi alla propria iniziativa. · 215 Biblioteca Gino Bianco

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