Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza Ma ogni qualvolta ebbe a nominare l'Italia, egli (IgnatiefI) trovò il conte (An– drassy) in sommo grado insospettito e restio ad ogni discussione. - La questione del Trentino è ostacolo insormontabile a che Andrassy ammetta una qualsiasi azione combinata con voi. Ditemi cosa vi potrebbe convenire in Oriente, _ ripetevami con insistenza IgnatiefI: - purché non si parli del Trentino, si troverà mezzo d'intenderci. - E lf si faceva a riproporci la Tunisia. 28 Anche ora Robilant negò che il governo italiano avesse ambizioni sulla Tunisia: "Timeo Danaos et dona ferentes,, rispose, 29 dandosi l'aria di scherzare, come soleva quando la conversazione si metteva su terreno troppo scabroso. E questo prova che le istruzioni, da lui domandate nell'agosto a Roma sul modo di comportarsi dinanzi a siffatto genere di proposte, gli erano pervenute quali egli le desiderava. Altre proposte, o per lo meno insinuazioni analoghe, non verso la Tunisia, ma verso la Tripolitania e l'Albania, vennero al governo italiano, anche da parte inglese e germanica. Infatti, nell'agosto 1877, Launay, discutendo a Berlino col segretario per gli affari esteri, Biilow, l'annessione della Bosnia all'Austria, ricordava che anche lord Salisbury 30 aveva fatto "miroiter à nos yeux des dédommagements en Afrique"; "le prince de ·Bismarck lui aussi nous poussait dans cette voie, en nous ouvrant des per– spectives dans cette direction, et méme sur l'Albanie. 1131 Tutti questi incitamenti caddero nel vuoto. Ed è agevole spiegare perché. Per quanto riguarda la Tunisia, era chiaro che avanzandosi in questa direzione, il governo italiano si sarebbe messo in collisione col governo francese: una guerra o per lo meno un'acuta vertenza diplomatica franco– italiana per la Tunisia, avrebbe fatto ottimamente il gioco dei tre imperatori, paralizzando i governi di Francia e d'Italia in Occidente, mentre essi avreb– bero sistemato le loro faccende in Oriente; ma questa lotta, data la spro– porzione di forze fra l'Italia e la Francia, sarebbe riescita a tutto danno dell'Italia. D'altra parte, l'idea di occupare la Tunisia non sorrideva a nessuno, in quel momento, in Italia: bastava a tutti il mantenimento dello statu quo. Deviandosi dal problema della frontiera 'italo-austriaca verso Tunisi, il Ministero non si sarebbe rafforzato fra i gruppi di Destra, che non volevano avventure né coll'Austria né colla Francia; e sarebbe stato vituperato come traditore da quei gruppi di Sinistra, che pensavano solo alla rettifica della frontiera orientale. Quanto alla Tripolitania e all'Albania, queste terre presentavano, 28 Robilant a Melegari, 9 febbraio 1877. 29 CHIALA, Pagine, II, pp. 107-108. 30 Probabilmente nel novembre del 1876, quando visitò Roma andando a Costantinopoli: CECIL, Life of Salisbury, II, p. 107. 31 Launay a Melegari, 16 agosto 1877. Cfr. Launay a Robilant, 13 aprile 1881: "Peu avant la réunion du Congrès, le prince de Bismarck me faisait dire que nous ne rencontrerion pas l' Alle– magne sur notre chemin vers Tunis ou l' Albanie." L'intimo collaboratore di Bismarck, R.AooWITZ, Aufzeicbnungen und Erinnerungen, II, 29-30, parlando del Congresso di Berlino e della voce che il governo italiano vi avrebbe presentato pretese di ingrandimenti territoriali, scrive che "tent~– tivi precedenti fatti in tale direzione, pretese di compensi in Albania, davano a tale voce v~ri– simiglianza." Ma per l'Albania la verità è perfettamente agli antipodi di quanto scrive Radow1tz; questo paese non solo non fu mai chiesto, ma fu rifiutato sebbene piu volte offerto da Bismarck. 212 BibliotecaGino Bianco

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