Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera del!'Italia dal 1871 al 1915 I ·1 dirlo ma è cosf - ci schiaccerebbe, ne ho il convincimento." do oroso 1 , . • • 1 O va per correre il rischio di una guerra, essere appoggiati ad una a - ccorre ' .b.l ' 11 1 G . leanza. Finora Robilant av~va credu~o_possi 1 ~ ~n a. eanza con a erm~~ia. Q t speranza gli appariva ormai msostemb1le: 11 favore, che la politica ues a d 1•· d . . 1· • ese trovava nella stampa te esca contro irre entismo 1ta iano, era vienn · ' 11 d f 25 I ·ff P rova decisiva che per questa via non cera nu a a are. n si atte una bb l'.d d. . . 1 dizioni bisognava a andonare i ea i conqmstare m que momento con . " . 1 . d. u Ad "un lembo di terra italiana, se s1 vo eva evitare una guerra 1sastrosa. ogni modo, le buone relazioni austro-italiane erano, per chi sa quanto tempo, finite. Le prevenzioni al riguardo del governo italiano vengono da piu alto di Andrassy, ed hanno trovato tutt'all'intorno propizio terreno per germogliare. Non conviene, quindi, farsi illusione. Per un tempo non breve, non troveremo qui se non la piu assoluta dif– fidenza. Quindi un contegno riservato da parte nostra, nelle nostre relazioni coll'Austria, sarà il solo che il nostro decoro ci possa consigliare. Qualsiasi nostra proposta, in fatto di politica internazionale, sarebbe accolta con sospetto e fors'anche con mal garbo. Sarà dunque necessario astenersene in modo quasi assoluto. L'alleanza fra i tre imperatori, che chiaramente si vede esser piu che mai stretta, fa l'Austria sicura di non aver nulla da temere dall'Italia pel momento. Ove, quindi, da parte nostra, non si procedesse con cautela, il gabinetto di Vienna non solo si mostrerebbe poco riguardoso verso di noi; ma ancora non mancherebbe di dare sfogo a quell'arroganza, che è nelle sue tradizioni, allorché crede di poterne usare impunemente. 27 3. L'intesa austro-britannica Accennando, una seconda volta, nel colloquio del 16 ottobre, alla Tuni– sia, come a terreno sul quale il governo italiano avrebbe potuto cercare i compensi con l'appoggio del governo austriaco, Andrassy dimostrava che il primo accenno da lui fatto nel colloquio del 9 agosto, non doveva attri– buirsi ad una improvvisazione passeggera. È da credere, anzi, che vi sia stata, a questo proposito, una qualche intesa, fra i governi di Vienna e di Pietroburgo. . Infatti, sui primi del febbraio 1877, il generale Ignatieff, uno dei piu m~u~nti personaggi della Corte e della diplomazia russa, venuto a Vienna in miss10ne speciale, riprendeva anche lui quell'argomento in un colloquio con ~obilant. Egli, Ignatie.ff, aveva proposto ad Andrassy un intervento combinato fra Russia, Austria e Italia presso la Turchia. tiva ~ Nel di~embre del 1875, Bismarck parlando con l'ambasciatore francese in Berlino, smen– Berl'di es~er 1~1 a consigliare ad Andrassy l'annessione della Bosnia: "C'étaient les professeurs de l'Aut 6 u 1 ava1ent préparé ces élucubrations; ce sont eux aussi qui parlent du role naturel de 1876 rie e s~r le bas Danube etc.," DREux, Dernières Années, p. 182. Viceversa, sul principio del e d 'u suweriya all'ambasciatore russo un contemporaneo arrondissement dell'Austria nella Bosnia con:e a J.ssia .nella Bessarabia. Dopo, che i governanti austriaci e russi si furono accordati nel Passegro B 1 R~ichstadt, egli non solo acconsenti all'accordo ma passò a sperare che Andrassy occu- ~ a R ~;111a: HOHENLOHE, Denkwurdigkeiten, 20 settembre 1876, II, 202-03. z, R 0 b!lant a Melegari, 17 ottobre e 18 novembre 1876. o llant ·a Melegari, 23 ottobre 1876. 211 BibliotecaGino Bianco

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