Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza ché non doveva nascondermi che plusieurs circonstances lui f aisaient constater avec re– gret que nos relations s'acheminaient à ne plus étre ce qu'elles étaient auparavant, et ce qu'il était dans l'intérét des deux pays qu' elles se maintiennent." Ciò detto, volle andarsene protestando molta premura, e dicendomi che non era questa una conversazione da farsi cosi su due piedi, poiché egli non voleva toccare si grave argomento, senza dirmi colla sua solita franchezza tutto ciò che aveva nel cuore. Naturalmente non lo lasciai partire su quelle parole: e gli risposi vivamente che ero pronto oggi, come quando lo vorrebbe, ad entrare seco lui nel piu ampio, franco e leale scambio di spiegazioni su una situazione, che da lungo tempo io pure constatavo con vivo rincrescimento, ma che non avevo trovato fin qui fosse della mia dignità am– metterne io l'esistenza, provocando spiegazioni; ma precisamente perciò ero lietissimo avesse rotto lui quel ghiaccio che mi pesava. A malgrado però io facessi poscia io ogni mio possibile per provocare dal conte piu esplicite indicazioni intorno a quelle circostanze, che egli diceva aver dato causa a questo stato di cose, non riescii a farlo spiegare piu chiaramente. Se ne andò, dicendomi che avremmo ripreso altra volta quel colloquio. 20 Proprio in quei giorni, il governo era stato assicurato dal nuovo amba– sciatore a Pietroburgo, Nigra, che a Reichstadt era stata realmente conve– nuta l'annessione della Bosnia all'Austria-Ungheria. 21 Launay da Berlino consigliava di non lasciar passare questa informazione senza far subito presso i diversi Gabinetti qualche riserva, magari in sordina, che preparasse il terreno per l'avvenire. 22 Anche Robilant, nel rapporto del 9 agosto, aveva espresso il parere che convenisse tastare il terreno presso gli altri governi, per conoscerne le intenzioni. Spinto in questa direzione da due ambasciatori cosf autorevoli, Depretis sui primi di ottobre fece dichiarare a Berlino, Pietroburgo, Londra, Parigi, che· l'Italia "considerava come con– traria ai suoi interessi l'occupazione della Bosnia per parte dell'Austria." Nigra e Launay fecero anche intendere a Pietroburgo e a Berlino che se quella eventualità si fosse avverata, il governo italiano avrebbe "potuto pen– sare a necessari compensi. " 23 La notizia della dichiarazione italiana fu subito conosciuta a Vienna. Nel pomeriggio del 16 ottobre, Andrassy mise risolutamente le carte in tavola. 20 Robilant a Melegari, 10 settembre 1876. 21 Robilant a Melegari, 31 agosto 1876. 22 Launay a Robilant, 28 dicembre 1876: "]'a,vais signalé le danger que l' Autriche volens nolens n'agrandit son territoire dans la Bosnie et vers !es cotes de l' Adriatique, en altérant ainsi un certain équilibre qu'il nous importait de sauvegarder. ]'avais donc suggéré que nous fussions autorisés à laisser comprendre, avec le tact voulu, que l'Italie tenait avant tout à la paix et à la conservation du statu quo territorial, à la condition que !es autres Pouissances ne s'écartassent pas de cette meme ligne de conduite. Dans le cas contraire, elle devait aviser, ou tout ou moin faire ses réserves. Le Ministère est entré dans ces vues ... Si cette combinaison devait etre mise de nouveau sur le tapis, et que nous ne réussission pas à l'écarter, nos réserves auraient du moins ceci de bon, que l'on ne nous accuserait pas de déloyauté si plus tard nous saisissions la première occasion propice pour rectifier notre frontière." 23 Il tempo, in cui furono fatte queste dichiarazioni, risulta dal colloquio Andrassy-Robilant del 16 ottobre. Che l'accenno ai compensi sia stato fatto, è provato, oltreché dallo stesso colloquio, da un rapporto di Robilant a Melegari dell'8 giugno 1877: "L'anno scorso, il R. governo, avendo manifestato ad alcuni Gabinetti che esso considererebbe siccome contraria ai suoi interessi l'occupa– zione della Bosnia da parte dell'Austria, e taluno fra i R. agenti avendo anche lasciato intendere a Gabinetti alleati a quello di Vienna, che ove tale eventualità si verificasse, si potrebbe da parte nostra pensare a necessari compensi; la sospettosa 'attenzione della Corte imperiale e del cont~ Andrassy si mantenne desta da quel giorno su di noi." I Gabinetti alleati a Vienna erano quelh di Pietroburgo e di Berlino. 208 BibliotecaGirioBianco

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