Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 Comunicazioni positive da Pie_troburgo e da adltr 11 i, luog 1 hi g~i. da~ano 1 l'al~Asicur~zioUne, . ver dichiarato che se m conseguenza e attua e cns1 onenta e ustna- n- il r governo a l h · d 1 . . l'I r . d g h;ria fosse per annettersi una l~~a c edporz10ned 1 e . ~ernt?no turco, l' ta 1a _mtende- 1 bb re compensata per que 1 mgran 1mento e v1cmo impero con annessione e :re e esse . . . T t ·no ed altri territori, compresa Trieste. ren 1 • f d 11•· · d Di Trieste facciamo astrazione: essa aceva parte e impero ~ermamco, unque'. • d·scussione al riguardo sarebbe superfluo. In quanto al Trentino, tengo a d1rv1 ogni 1 h l · d . . l w· ff 24 h ·1 che ferma resta sempre la ~ota c e a ~1guar o scnss1 ~ ~onte ~mp .en, e.~ e. s.m. 1 :re dichiarò ~!l'imperatore_ d_1accettar~ p1enam~nte... No1. siamo amma~~ dal pm vivo de- .cl rio di mantenere ott1m1 rapporti con vo1; ma precisamente perc10 sono costretto a Jic~iararvi, che ove per una_ ragione qualsiasi .ve~isse a verificarsi il. ~as?, che spero non ccederà avessimo ad acqmstare qualche terntono nuovo, non perc10 c1 rassegneremo a ~~dere p;rticella q~alunque del territorio. situato. al di_ qu~ ?ell~ c~mune _frontiera; neppure un villaggio ced&emmo; ed ove c1 vedessimo mmacc1at1 d1 un aggressione, non aspetteremmo I A questo proposito, mi disse parlarsi in Tirolo di una invasione prossima di gari- baldini: ove si effettuasse sarebbe come di ragione presa a fucilate. Robilant lo lasciò parlare, "conservando la piu assoluta impassibilità." Quando venne la sua volta cominciò dolendosi che Andrassy gli "avesse lanciata quasi una specie di ultimatum intorno ad una questione, che era tutt'al piu una ipotesi sua, e che anzi stava per dimostrargli non essere fondata sul vero." Ciò premesso, dissigli essere autorizzato a lealmente dichiarargli che essendo venuto a nostra conoscenza che a Reichstadt si era convenuto eventualmente un ingrandimento dell'Austria nella Bosnia mediante l'annessione, e avevamo informato alcuni governi amici che noi consideravamo quell'eventualità siccome contraria ai nostri interessi: poiché verrebbe in tal maniera ad accrescersi ancora a nostro danno la già esistente preponde– :ranza dell'Austria nell'Adriatico ... L'Italia si era limitata a dichiarare contrario ai suoi interessi l'ingrandimento dell'Austria in Oriente, senza manifestare quali sarebbero i suoi intendimenti ove ciò avesse a effettuarsi. Robilant, dunque, non solamente non smentiva il passo fatto dal gover– no italiano, ma lo confermava. Negava, è vero, che il suo governo .avesse dato ordini agli ambasciatori di accennare a compensi, e cosf riduceva alle proporzioni di iniziative personali le dichiarazioni fatte da qualcuno dei suoi colleghi. Ma non rifiutava nulla di quelle dichiarazioni; si limitava a dire che il governo italiano non aveva ancora manifestato i suoi intendi– menti. La ipotesi non fondata sul vero, su cui era secondo lui invano discutere, era l'annessione della Bosnia, perché lo stesso Andrassy continu·ava a dichiararla contraria ai suoi desideri: non era la eventuale domanda di compensi, qualora quella assurda ipotesi dovesse per avventura avverarsi. Co ' 1 A d ' " . ' . " " mera natura e, n rassy non s1 mostro mteramente persuaso. Tanto da una parte come dall'altra, si ritornò parecchie volte ad insistere quasi con gli stessi termini sui medesimi argomenti." Andrassy negava che un ingrandimento dell'Austria verso la Bosnia 24 § V. È la lettera del 24 maggio 1874, comunicata da Wimpffen a Visconti-Venosta. C. II, 209 BibliotecaGino Bianco

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