Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza A noi dovrebbe indubbiamente convenire che l'Austria riceva un aumento di terri– tori in Oriente; questo essendo il solo mezzo per noi, se avremo potuto procacciarci in tempo il necessario appoggio di potenti alleanze, di ottener soddisfazione alle nostre aspirazioni nazionali a riguardo del Tirolo italiano, e di procacciarci fors'anche un mi– glior confine nell'Adriatico. Ma finché quelle alleanze non fossero pronte, era assurdo sollevare inquietudini dannose, manifestando desideri, che non si potevano realiz– zare. Robilant, insomma, avrebbe voluto che il problema delle frontiere italo-austriache fosse trattato collo stesso metodo, che Gambetta voleva fos– se eseguito in Francia per l'Alsazia-Lorena: pensarci sempre e non parlar– ne mai. E per evitare che se ne parlasse, voleva che il governo vietasse in via preventiva le dimostrazioni. Anche i giornali di Destra, sentendo che su questo terreno la posizione del ministero era assai debole, domandavano che si ponesse un freno all'a– buso pericoloso, che gli irredentisti facevano delle maggiori libertà. Depretis cercava sott'acqua di evitare che sorgessero nuovi incidenti noiosi; ma rifiutava ufficialmente di abbandonare il programma della Sini– stra in fatto di pubbliche libertà: un uomo politico non deve mai dare ra– gione ai propri avversari; eppoi, i colleghi di Gabinetto e la maggioranza non glielo avrebbero consentito. E allora la Destra ad accusare Depretis di fare "due politiche: una per il mondo diplomatico; e l'altra occulta, che sa– rebbe la vera, quella del partito radicale. 1116 Contro questa accusa, protestava indignato Tornielli in una lettera pri– vata a Robilant: Le diffidenze, che sono il resultato di queste voci, nuocciono assai piu alle nostre relazioni coll'Austria, che qualche imprudente manifestazione, che per quanto sia ri– provevole, non ha proprio, e non può avere, importanza nei rapporti ben stabiliti di amicizia fra due grandi paesi. Per prevenire la ripetizione di ciò che è avvenuto a Mi– lano, abbiamo interessato il ministero dell'interno a provvedere, ed ha promesso di dare istruzioni volta per volta, in occasione· di quelle feste, dove simili inconvenienti potreb– bero riprodursi. Ma per verità, la passata amministrazione che cosa ha fatto? Che cosa seppe fare, per impedire ai pochi emigrati di Trento e Trieste di far atto di presenza in quasi tutte le occasioni di riunioni popolari? Eppure gli uomini di quella amministra– zione avevano les coudées franches verso il loro partito; ma esitavano davanti al timore della impopolarità. Tornielli non si avvedeva che i sospetti dei governanti austriaci erano inaspriti appunto dal fatto che il Ministero di Sinistra non aveva les coudées franches verso gli irredentisti. Finché la Destra era al potere, e gli irredentisti erano nella Sinistra, le manifestazioni, come quella per la batta– glia di Legnano, non avevano che un'importanza politica relativa; ma dopo che gli irredentisti erano divenuti una parte importante dell~ maggioranza parlamentare, quando le bandiere abbrunate di Trento e di Trieste erano salutate non da deputati di opposizione, ma da deputati autorevoli della 16 Tornielli a Robilant, 17 luglio 1876. 204 BibliotecaGino Bianco

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