Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 . to elettorale del gennaio-febbraio, e voleva l'alleanza immediata colla g1men h. " d. 1 ,, f G nia. Un terzo gruppo - era c iamato ra 1cae - armava una eri:uadi Sinistra nella Sinistra, manteneva amichevoli relazioni coi repub- spec1e l · · ·1 · · blicani dell'Estrema, e proclamava e sue s1mpat1e per 1 movimento irre- dentista. . . . . . . . Il 26 gennaio del 1876 1 superstiti delle patne battaglie s1 erano costi- tuiti in Associazione nazionale sotto la presidenza del generale Avezzana: Garibaldi era consigliere, Matteo Renato Imbriani-Poerio vice-presidente del comitato direttivo; tanto l'Avezzana, quanto l'Imbriani, erano, a somiglianza di Garibaldi, fra gli irredentisti piu noti: il programma della nuova asso– ciazione era indicato dai loro nomi. 6 Nel marzo del 1876 quel "comitato triestino-istriano," eh½ tanti cattivi sogni faceva fare a Vienna, presentava a Garibaldi un album a nome degli italiani di Trieste e dell'Istria, "miseri, lasciati soli a custodire, sulle piu gelose frontiere, il nome, la civiltà, i diritti della nazione"; e Garibaldi rispondeva, il 1 ° aprile, alla "amata Trieste, preziosa gemma di cui tutt'òra trovasi vedovata l'Italia," annunziando il suo "presentimento intimo non essere lontano il termine delle prepotenze, e che anche per Trieste splenderà il giorno della giustizia. 117 Il 9 aprile 1876, la Dieta di Trieste· ripeteva là protesta per la negata Università Ita– liana. Nello stesso mese, la rivolta dell'Erzegovina si estendeva alla Bosnia, aumentando le aspettative in Italia. D'altra parte, il rivolgimento anticle– ricale avvenuto in Francia faceva cadere ogni preoccupazione verso la frontiera occidentale, e consentiva all'attenzione di concentrarsi tutta verso la frontiera orientale. Si aggiunga che la Sinistra era venuta al governo con l'impegno di assicurare ai cittadini una piu larga libertà di stampa, di associa– zione e di riunione. E si comprenderà perché la primavera del 1876 abbia segnato nelle manifestazioni irredentiste italiane una vivace ripresa di at– tività. Mentre rivendicavano le terre italiane incorporate nell'impero austria– co, gl'irredentisti salutavano con entusiasmo i ribelli della Erzegovina e della Bosnia. In un indirizzo del 6 ottobre 1875 "ai fratelli dell'Erzegovina ed agli oppressi dell'Europa orientale," Garibaldi intimava ai turchi di riti– rarsi nell'Asia Minore; raccomandava ai cristiani della penisola balcanica di non fidarsi della diplomazia: "codesta vecchia, senza cuore, v'inganna certamente"; e li consigliava a formare una "confederazione di popoli li– beri," aiutati dagli "uomini di cuore di tutto il mondo. " 8 Gl'irredentisti ri– petevano le parole d'ordine date da Garibaldi. Siccome la Casa d'Austri~ doveva sloggiare da Trieste, mentre i cristiani ! Co~?N?, nepa prefazione ad IMBRIANI, Discorsi parlamentari, pp. XXVIII sgg. 8 I dmtt: dell Italia su Trieste e l'Istria, p. 569. ed . G~B~I,. Epistolario, II, p. 133. Nell'estate del 1876 un gruppo di giovani repubblicani vol ~te~naztonahst1! approvati e lodati da Garibaldi, andarono a battersi contro i turchi come Se,°,}! art. nell'.eserc1to serbo. Uno di essi pubblicò un libro interessante: G. BARBANTI-BRODANO, cialmza, rzc 1 ordz f.'. studi slavi, Bologna, Soc. editrice delle "Pagine sparse," 1877. Si vedano spe- ente e pagme 192-225. 201 BibliotecaGino Bianco

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