Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 giovato allo scopo... L'impressione a Berlino intorno alla nostra attitudine fu buona, e Keudell [ministro tedesco a Roma] ebbe l'ordine di ringraziarci. A noi era difficile di rispondere colla fin de non recevoir cosi assoluta del conte Andrassy. La convinzione èhe la politica dell'Italia è essenzialmente d'ordine e di pace, è una base della nostra buona situazione internazionale e della libertà stessa che finora la nostra politica ha saputo mantenere. Una ripulsa pura e semplice avrebbe fatto nascere il sospetto che l'Italia non era piu libera di parlare in favore della pace. Inoltre, era la prima volta che l'Inghilterra si rivolgeva all'Italia come a una grande Potenza, e non giovava forse respingere quasi duramente questo passo. Nel fondo, però, se non nella forma, la nostra condotta e il nostro modo di giudicare la situazione si accostarono a quello del conte Andrassy. Ma è proprio sicuro che a Berlino la impressione per l'attitudine del governo italiano sia stata buona? Dall'intervento russo nella crisi del 1875, è noto che Bismarck rimase irritatissimo contro il principe di Gorciakov; ai buoni uffici inglesi egli tagliò la via prima che si manfestassero, dchiarando che non ce n'era bisogno, perché egli non aveva desiderato mai altro che la pace. Possibile che le dichiarazioni pacifiche italiane, ripetute proprio in quel momento, per quanto piene di riguardi, 85 non lo seccassero affatto? Nel fondo l'intervento era piu vicino alla tentata dimostrazione inglese che alla astensione assoluta di Andrassy. 86 Sul problema dell'attitudine, che occorresse prendere di fronte ad un conflitto franco-germanico, Visconti-Venosta confidava le sue preoccupazioni e i suoi dubbi a Robilant, in una lettera del 1° luglio 1875, che è un docu– mento capitale per interpretare la politica del ministro italiano. In questa lettera, discutendo sempre intorno all'" allarme" della primavera precedente, Visconti-Venosta scriveva: Desidero ardentemente~ la pace. Credo, d'accordo del resto col sentimento pubblico in Italia, che la pace è un assoluto interesse del nostro paese, tanto per le sue condizioni interne, come anche per le estere. È un assoluto interesse che essa sia per lo meno aggior– nata il piu a lungo possibile, quando in una crisi europea l'Italia possa agire come una grande Potenza e non apparire dominata da quella specie di fatalità che è la legge dei deboli. Lo statu quo conviene alle presenti condizioni dell'Italia. Io sono convinto che se ora scoppiasse una nuova guerra tra la Germania e la Francia, l'esito di questa guerra, qualunque esso fosse, riuscirebbe sempre dannoso e pericoloso per l'Italia. Se la Francia, il che non è punto probabile, vincesse, l'Italia si troverebbe posta subito in una situazione delle piu pericolose e incerte. Se, come è invece quasi certo, la Germania schiaccia di nuovo la Francia ... bisognerebbe fare qualcosa, per cui si credesse di averla per sempre finita, smembrarla, creare qualcuna delle combinazioni eccessive, non naturali e quindi anche effimere, che ricorderebbero quelle con cui Napoleone I faceva ss De LaùnayTsse a Biilow che il governo italiano non vedeva una ragione sufficiente per il passo proposto dal governo inglese, perché "aveva motivo di ritenere che anche a Berlino vo– lessero la pace"; ma lui aveva ricevuto ordine di "prendere ogni occasione per spiegare quanto il governo italiano partecipasse al desiderio generale di tutte le altre Potenze perché fosse conservata la pace": Grosse Politik, I, p. 178. 86 SALVATORELLI, 'Italia nella politica internazionale dell'era bismarckiana, 22, esaminan– do i documenti tedeschi, che riguardano quest'episodio delle relazioni italo-germaniche, osserva che Biilow ricevette la comunicazione di De Launay senza alcun ringraziamento. Probabilmente que– sto silenzio immediato rappresentò i sentimenti bismarckiani con maggiore fedeltà che il successivo ringraziamento di Keudell a Roma. 8 7 Sottolineato nell'originale. 183 BibliotecaGino Bianco

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