Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 Nell'estate del 1864, i disordini interni della reggenza divennero cosi · che il governo francese preparò una spedizione, rivendicando per sé gravi, ' d. Il . 1· ' d. 1 . l'obbligo di ristabilire 1 or me. governo 1ta iano protesto 1 vo ere mter- venire anche lui: Di tutte le eventualità - scriveva il ministro degli esteri al ministro italiano a Londra _ uella che piu offenderebbe i nostri inte;~ssi, sarebbe che Tu~isi diventass~ una pro- . 9- dell'Algeria, o che, per lo meno, 1 influenza francese v1 fosse esclusiva... Non vlllcia . 1 . d' d 1 h 11 vogliamo lasciare la Francia so a; mten iamo pren ere a parte c e spetta a a nostra influenza. 65 E lo stato maggiore italiano preparò il piano della spedizione. 66 Il go♦ verno inglese raccomandò a Parigi e a Roma di non compromettere con la fretta una situazione assai delicata. Ristabilitasi la calma senza che ci fosse bisogno di uno sbarco delle truppe europee, ogni incidente pericoloso fu evitato. Di questa crisi rimasero le dichiarazioni or ora riferite del governo italiano e quelle del governo francese. Queseultimo affermò di avere in Tu– nisi "interessi speciali"; ma riconobbe che questi interessi si trovavano soddi– sfatti col mantenimento dello statu quo; perciò, negando di "ricercare per sé alcuna influenza esclusiva," proclamò che non avrebbe potuto ammettere 1n Tunisia "la preponderanza di un'altra Potenza qualsiasi. 1161 Nella ondata di polemiche italo-francesi, che tenne dietro alla cns1 di Mentana, la questione di Tunisi si intrecciava con la questione romana e contribuiva ad esasperare gli animi. 68 Contigua, com'era, all'Algeria, colonia francese, e divisa dalla Sicilia solamente per un breve tratto di mare, la Tu– nisia poteva essere considerata come una continuazione geografica ed econo– mica tanto dell'Algeria, quanto della Sicilia. Gli ospiti italiani vi erano assai piu numerosi che i francesi, e il loro stanziamento era assai piu spon– taneo e piu antico; il piccolo commercio era per tre quarti nelle loro mani. 69 65 CmALA, Pagine, II, pp. 98-9. 66 CAPPELLO, La spedizione francese in Tunisia, pp. 32-3; CHIALA, Pagine, II, 162, n. 2. . 67 CHIALA, Pagine, II, p. 99. - Il marchese Pepoli raccontò nella seduta del Senato del 18 dicembre_ 18?9 che nel 1864 Napoleone III, interrogato da lui se avrebbe visto con diffidenza l'in– tervento italiano a Tunisi, rispose negativamente; e interrogato se avrebbe consentito che Tunisi di– ventasse ~olo!1ia_italiana, rispose: "Quant à la France, elle ne pourait voir qu'avec confiance une. colome it~henne en Afrique." Il CHIALA, op. cit., II, 100, pensa giustamente che debba es– serst,,trattat? di una dichiarazione personale, che non impegnava il governo responsabile, e aggiun– se: A noz consta che l'imperatore pur dichiarando di non avversare l'occupazione, la sconsigliò, P7rché, second<?lui, sarebbe stata senza profitto per l'Italia. Ed avrebbe potuto aggiungere: anche ~~ tanno? se si avverte. che tutta l'operosità dell'Italia doveva essere allora rivolta alla liberazione 1 enezia." Su. quest'mcidente si veda dello stesso CHIALA, I preliminari del Trattato del Bardo, 5 ~7-40. In _un dis_corsofatto alla Camera dei deputati, nella seduta del 3 maggio 1894, l'allora mi– lllStro degh esteri, barone Blanc, raccontò che nel 1867 Napoleone III avrebbe notificato ufficial– me~te al governo i~a~iano il suo consenso ad una occupazione dell'Italia: CHIALA (ibidem, 101) non ~:~liti ~i.ue sta notizia: ed ha ragione: tutto quel discorso del Blanc è pieno di affermazioni cer- per R 68 CASTELu., _Carteggio politico, II, 343; 20 maggio 1888: "Gli screzi [con la Francia] sono oma e Tunisi." itali ~ Secondo .i rapporti consolari italiani, c'erano nel 1871 in Tunisi 106 ditte di commercianti men~ni~ ~fl mo':'imento c<;>mm~rciale, l'Italia teneva il terzo posto; nella esportazione e nel movi– numeo e e 1;1.av1? t~ne~a ti primo posto: CARACCIOLO or BELLA, Dieci anni di politica estera, 57. Il 9 000 r? ~eg! itahan1 viventi in Tunisia era incerto: nel 1879 le fonti ufficiali italiane davano · ltaham (CARACCIOLO, ibidem); ma i pubblicisti italiani facevano salire il numero degli italiani 175 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=