Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'l talia dal 1871 al 1915 tabile. Sentiva che la cordialità di Andrassy verso l'Italia era condizionata :pecialmente dall'amicizia fra la, Ge!1:1:nia e l'Italia, e sarebbe durata sola– mente finché fosse durata quell am1c1z1a. In certe determinate questioni, quali sarebbero quelle religiose, l'Austria-Ungheria ò procurarci un utile appoggio: su di quelle, quindi, parrebbemi noi dovremmo man– fe:ere con essa lo scambio delle ide~. In quan,to alle ~ltre, in~eressanti la P?litica g_en~rale, se vogliamo avere l'Austria con noz, converra_~on cz s,tacchzamo_da Berlino:_ po1_cheda colà comunque vi siano le cose, parte e part1ra, finche non mutino le cond1z1om gene– rali' di Europa, l'impulso che fa agire qui. 52 - Io non cesso dal chiedere a me stesso se a noi convenga andar mano a mano maggiormente legandoci coll'Austria. E franca– mente dico che la risposta, che sempre mi faccio a questo quesito, è costantemente nega– tiva. Conviene all'Italia non avere piu nemica l'Austria; ed in certe speciali questioni il suo amichevole concorso ci può riescire utile. Ma fra l'accordo con Berlino e quello con Vienna, la scelta per me non può esser dubbia. Là abbiamo uno Stato giovane, legato a noi dalla comune origine, col quale non possiamo avere se non interessi comuni. Qui uno Stato vecchio, col quale piu ci guardo, meno so trovare un positivo interesse comune. Manteniamo dunque coll'Austria quelle leali e cordiali relazioni, che è reciproco interesse serbare fra due Stati vicini, che nessuna grave questione divide al giorno d'oggi. Ma in tutto ciò che ha trattò alla politica generale d'Europa, studiamoci di fare ognuno persuaso che procediamo mano in mano esclusivamente con la Germania. Una tal condotta servirà, d'altronde, meglio di qualsiasi altra a farci rispettare qui. 53 Robilant, insomma, avrebbe desiderato una alleanza italo-germanica, la quale servisse a un duplice uso: 1) tenere a freno i clericali francesi; 2) assicurare al governo italiano l'appoggio del governo tedesco per ottenere dal governo austriaco una minore intransigenza nella questione delle frontie– re austro-italiane, qualora avesse luogo una espansione territoriale dell'Au– stria nella penisola balcanica. Robilant non.,era il solo a desiderare siffatta combinazione diplomatica: si può dire che questo fosse allora l'ideale di quasi tutti gli uomini politici italiani. 7. Bismarck e Visconti-V enosta Il guaio era che anche a Berlino la situazione della diplomazia italiana era assai meno salda che non sembrasse a prima vista. Tra i moltissimi documenti che sono stati pubblicati finora per illustra– re la politica di Bismarck, nessuno permette di ritenere che Bismarck abbia mai in questi anni pensato ad appoggiare presso il governo austriaco una eventua~e rivendicazione territoriale italiana. Data la intransigenza di Fran– cesco Gmseppe e di tutti gli uomini politici austro-ungarici su questo terre– no, una politica di mediazione favorevole alle domande italiane avrebbe in– torbidato seriamente i rapporti austro-germanici; e Bismarck i~tendeva evi– tare questo pericolo ad ogni patto. Era disposto a sacrificare all'amicizia con !~ Rob~lant a Visconti-Venosta 7 febbraio 1875 Rob1Iant a Visconti-Venosta: 20 maggio 1875.' BibliotecaGino Bianco 169

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