Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza indovinare i motivi che hanno condotto Andrassy a ritenere necessaria quel– la manifestazione, Robilant pensa che Andrassy abbia voluto fare "un atto, di cui resti traccia negli archivi, e che gli possa servire all'occasione per di– fendersi contro i suoi avversari, che per l'appunto si fanno contro di lui presso l'imperatore un'arma di quest'affare." Ma a questo motivo, ne ag– giunge un altro: A mio avviso, però, un altro movente potrebbe ancora avere spinto il conte Andrassy; e questo sarebbe il bisogno di prendere con noi il passo avanti pel giorno forse non lon– tano, in cui avverrà il principio dello scioglimento della questione d'Oriente. Tratterebbesi probabilmente di premunirsi contro di noi, affinché, giunto quel giorno, già sia posto in sodo, che l'Austria non intende compensar l'Italia col Trentino, e tanto meno con Trieste. - Convengo che praticamente ciò non potrà impedire l'Italia, il giorno in cui si verificherà la suesposta eventualità, dal pretendere ciò che sarà ragionevole, ed essenzialmente ciò che ci troveremo in posizione di esigere. 49 Andrassy intuiva senza dubbio queste arrière-pensées di Robilant. Pen– sava probabilmente che il governo italiano, alla prima occasione favorevole, avrebbe adottato anch'esso, in tutto o in parte, il programma irredentista. Dopo tutto, durante la intera storia del Risorgimento, la Casa di Savoia e i partiti di governo avevano finito sempre con l'aderire, da un momento al– l'altro, alle rivendicazioni antiaustriache dei gruppi democratici, anche se questi erano poco numerosi, e se erano stati sconfessati fino al giorno prima. Quel che era successo tante volte, poteva capitare un'altra •volta ancora. E dal punto di vista austriaco, Andrassy, pensando cosf, avrebbe avuto perfet– tamente rag~one. Perciò, a cominciare dall'estate del 1874, egli si dette a scansare ogni occasione, che potesse dar luogo a uno scambio di idee con Robilant sulla questione d'Oriente. 50 Mostrava non ricordare piu di avere promesso a Ro– bilant, il 4 marzo 1874, che nulla avrebbe fatto senza "mettere a parte" il governo italiano: temeva evidentemente, che una discussione su eventuali mutamenti dello statu quo balcanico aprisse la via a discussioni sulla frontiera fra Austria e Italia. Nello stesso tempo la stampa austro-ungar.ica si irrigidiva nella intran– sigenza piu assoluta, non appena il problema di quella frontiera era messo rn discussione dai giornali italiani. Sulle questioni di nuove cessioni di territorio all'Italia - scriveva Robilant a Visconti-Venosta - dall'imperatore fino all'ultimo austriaco, a qualsiasi partito appar– tenga, tutti la pensano ad un modo solo. - Fra tutte le strade, che conducono da Trento a Roma, si può esser certi che quella, che passa per Vienna, non arriverà mai. 51 Essendo malsicuro il terreno delle relazioni italo-austriache, Robilant consigliava Visconti-Venosta a cercare nel governo tedesco un appoggio piu 168 49 Robilant a Visconti-Venosta, 28 giugno 1874. 50 Robilant a Visconti-Venosta, 6 luglio 1874. 51 Robilant a Visconti-Venosta, 16 dicembre 1874, 25 marzo 1875. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=