Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Pat·te terza vigorosamente alle piu dure prove. I Magiari, che nei quarant'anni prece– denti erano stati gli avversari piu accaniti_del predominio tedesco, si erano pacificati nel 1867 cogli antichi avversari, e si erano distribuiti con essi in zone d'influenza i territori dell'impero. Un movimento rivoluzionario delle nazionalità slave e latipe contro il predominio tedesco-magiaro appariva illusione lontanissima da ogni possibilità reale. Peggio ancora, i movimenti antitedeschi ed antimagiari delle nazionalità slave dell'Austria, intorno al 1870, e per molti anni ancora, erano capitanati dall'aristocrazia fondiaria clericale e dal clero cattolico, ed erano imbevuti di spirito fieramente anti– italiano. Quando poi la occupazione di Roma scatenò contro l'Italia la _violenta ostilità della maggioranza parlamentare francese, sarebbe stata follia per i governanti italiani sfidare nello stesso tempo l'Austria e la Francia. L'ami– cizia del governo di Vienna era per essi una necessità vitale: finché il governo di Vienna si fosse astenuto dal sollevare ufficialmente la questione romana, i clericali francesi sarebbero rimasti isolati in Europa e impo– tenti a mal fare. La condotta amichevole dell'Austria verso di noi scriveva Visconti-Venosta a Robilant il 4 gennaio 1872 - è una giustificazione per lo stesso governo francese verso l'opinione del suo paese, se esso continua in un'attitudine passiva, e non provoca delle moleste ingerenze nelle cose nostre. Invece, se la Francia non sentisse che rimarrebbe so– la, se potesse contare o -sull'esémpio o sul concorso dell'Austria, se trovasse infine un com– pagno, sarebbe quasi impossibile che non ci sollevasse qualche difficoltà, per avere almeno l'apparenza di fare qualche cosa sulla questione romana. Date siffatte condizioni, le intransigenze antiaustriache rimanevano vive in Italia solamente in quei gruppi rivoluzionari, in cui si perpetuava piu rigidamente la mentalità mazziniana. Gruppi piu rumorosi che nume– rosi: protestavano nello stesso tempo contro l'Austria e contro la Francia; volevano cacciar via da Roma tanto il re quanto il papa: privati di ·ogni efficace influenza sulla politica del paese dal loro romanticismo contrad– dittorio e convulsionario. D'altra parte, in Austria e in Ungheria, dopo il 1867, erano al potere i gruppi liberali, che non avevano nessuna volontà di provocare una guerra con l'Italia a causa del dominio temporale. Andra.ssy era preqccupato soprat– tutto per le manovre del governo russo nei Balcani; desiderava tenacemente l'amicizia con la Germania; era convinto che fosse impossibile dissociare la Germania dall'Italia di fronte alla Francia. Perciò rifiutava di lasciarsi trascinare dai circoli di corte tanto sul terreno antigermanico, quanto su quello della questione romana; e dava all'ambasciatore italiano a Vienna, conte di Robilant, le migliori assicurazioni di amicizia e di buona volontà. A rendere sempre piu agevole e proficua l'amicizia fra Vienna e Roma, contribuivano le relazioni sempre migliori, che dopo la guerra del 1870 si andavano stringendo fra il governo tedesco e il governo austro- 158 BibliotecaGino Bianco

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