Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 di cui era vittima il papa; in alcuni dipartimenti si vendeva, come reliquia, la paglia, su cui giaceva il "prigioniero del Vaticano." I deputati della Destra insistevano, perché il governo della Repubblica uscisse dall'inerzia, e intervenisse a rivendicare la libertà di Pio IX. Solo l'autorità e l'abilità di Thiers, capo del potere esecutivo, riesciva a tenere a freno le passioni esaltate e ad evitare una rottura immediata con l'Italia. Ma lo stesso Thiers era stato sempre ostilissimo all'unità d'Italia. Cette Italie - diceva egli all'Assemblea nazionale, il 22 luglio 1871, disputando coi clericali - cette Italie je n'en suis pas l'auteur; je puis avec vérité le dire au monde: de tous les hommes du temps, je suis celui qui aura le moins contribué à cette unité. Mais enfin elle existe, elle est faite; il y a une Italie, il y a un royaume d'Italie qui a pris place parmi les puissances considérables de l'Europe. Que voulez-vous que nous faissions? Il faut parler net. Lorsque toute l'Europe, les yeus sur l'avenir, compte avec une des grandes puissances que le malheureux aveuglement du gouvernement déchu a creé, lorsque tout le monde compte avec elle, vous voulez que, seul, je prépare contre elle des rapports qui pourraient compromettre l'avenir? 12 Era un modo di ragionare piu utile a tenere in briglia i clericali fran– cesi che a rassicurare i gruppi nazionali italiani: Thiers rifiutava d'impe– gnare la Francia in una lotta immediata, solamente perché la situazione internazionale non lo consentiva. Che cosa poteva avvenire, se da un momento all'altro la maggioranza parlamentare sbalzava Thiers dal potere e dava libera carriera alle passioni antiitaliane? 3. I partiti" politici Contro tante difficoltà della vita giornaliera, contro l'attitudine di sdegnoso compatimento che sentivano cos1 diffuso negli altri paesi verso l'Italia, i gruppi nazionali italiani reagivano con una sensibiiità permalosa, quasi malaticcia, che documentava appunto in essi una scarsa fiducia nella propria forza e una grande incertezza dell'avvenire. Gli uomini della Destra nazionale · conservatrice, che governavano l'Italia dal 1860, avevano la esperienza immediata, continua, delle difficoltà giornaliere. I loro condottieri venivano quasi tutti dalla aristocrazia e dalla ricca borghesia fondiaria, manifatturiera, commerciante, professionista; nella gestione dei patrimoni privati imparavano a valutare le responsabilità ben maggiori della amministrazione pubblica. Parecchi fra essi conoscevano gli altri paesi d'Europa, grazie ai viaggi d'istruzione, che erano allora un obbligo per le persone intelligenti della buona società; perciò si rendevano conto dei dislivelli profondi, che ·dividevano la civiltà della loro nazione da quella dei paesi piu ricchi e piu potenti. L'unificazione nazionale, rag– giunta attraverso difficoltà, che erano sembrate per tanto tempo insuperabili, 12 THIERS, Discours parle_mentaires, XIII, 414, 416-17. HANOTAUX, Histoire de la France contemporaine, I, 247. 149 BibliotecaGino Bianco

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