Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza nuamente invitati dal papa ad intervenire, mentre il governo francese non aspettava che una iniziativa diplomatica austriaca per uscire anch'esso dalla riserva e mettersi in campagna. Perciò i ministri austriaci raccomandavano in via amichevole al governo italiano di evitare gl'incidenti, di lubrificare gli attriti, di trattare il papa coi maggiori riguardi possibili, di non affron– tare le questioni spinose, di rispettare scrupolosamente i diritti dei cattolici non italiani che avevano istituti religiosi in Roma. Non era un formale intervento diplomatico; ma era un intervento di fatto, molestissimo e pron– to a trasformarsi, da un momento all'altro, in intervento formale. Bastava che si formasse un accordo austro-francese, sollecitato continuamente dal governo fràncese, e la questione romana avrebbe cessato a un tratto di essere questione interna italiana, per divenire questione internazionale. Le minacce piu immediate venivano dalla Francia. I gruppi monarchici e clericali francesi, e la maggioranza degli stessi repubblicani conservatori, consideravano il frazionamento politico della Germania e dell'Italia come indispensabile alla sicurezza della Francia e alla sua preponderanza in Europa. Per mantenere quel fra'zionamento, la Francia avrebbe dovuto rimanere sempre alleata colla Casa d'Austria per impedire i progressi della Prussia in Germania, e i progressi del Piemonte in Italia. L'existence du pape à Rome comme pouvoir temporel - scriveva il duca di Gram– mont nel 1860 - empeche l'unité d'Italie. Donc il faut l'y soutenir quand bien meme nous n'y aurions pas d'autre intéret. 10 L'imperatore Napoleone III, invece, si era separato dall'Austria; si era alleato col Piemonte; aveva reso possibile la unificazione italiana, anche se aveva cercato di impedirla negli ultimi- tempi; aveva promosso l'alleanza italo– prussiana, e cosf aveva preparata la sconfitta dell'Austria nel 1866, e per conseguenza la unificazione nazionale della Germania sotto la egemonia prussiana. La Francia, dopo la terribile esperienza del 1870, doveva riparare gli errori di Napoleone III: doveva cominciare col disfare l'unità d'Italia, ricostituendo il dominio temporale del papa. Il conte di Chambord, pre– tendente al trono di Francia, dichiarava nel 1871 che su due questioni egli non transigerebbe mai: sostituire in Francia la bandiera bianca dei Borboni alla bandiera tricolore della rivoluzione, e restituire in Italia il potere tem– porale del papa. 11 I gruppi monarchici e clericali conquistarono nelle elezioni del 1871 la maggioranza dell'Assemblea nazionale francese. Non riescivano a rista– bilire la monarchia, perché erano divisi fra borbonici, orleanisti e bonapartisti, e perché Bismarck si dimostrava contrario ad una restaurazione monarchica. In compenso, tutti si sfogavano a domandare la restituzione del dominio temporale al papa. Il clero raccoglieva firme di protesta contro l'oppressione 10 THOUVENEL, Le secret de l'empereur, I, p. 336. 11 GEFFKEN, in "Nuova Antologia," 1° maggio 1891, p. 144. 148 BibHotecaGino Bianco

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