Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza inghiottito, la vecchia "posizione-chiave" non fu in alcun modo svalutata. Anzi la unificazione politica accrebbe importanza alla pianura del Po: poiché da ora in poi il nuovo governo nazionale poteva concentrare nell'Ita– lia settentrionale, verso l'Europa centrale, le truppe reclutate in tutta la pe– nisola, mentre prima il governo del piccolo Piemonte, non poteva manovrare che con modestissime forze militari. Nel 1866, il governo prussiano non osò affrontare la guerra con l'impero d'Austria, fino a quando non ebbe la certezza della alleanza italiana, che avrebbe costretto l'esercito austriaco a spezzarsi in due, fra la Boemia e il Veneto. Noi non dobbiamo dimenticare - scriveva nel 1882 l'imperatore di Germania, Gu– glielmo I - i vantaggi, che nel 1866 ci ha procurato l'alleanza dell'Italia. Se anche l'a– zione dell'esercito italiano risultò piuttosto in un fiasco, ciò non toglie che 130.000 uomini dell'esercito austriaco sieno stati distratti verso l'Italia, e fortunatamente per noi non abbiano potuto esserci opposti in Boemia. Non dobbiamo mai trascurare questi ricordi nella politica nostra verso l'Italia, e mantenerla amica: 130.000 austriaci di piu contro noi, a Koniggratz, avrebbero facilmente condotto a un diverso risultato. 2 Le trattative del 1868-1870 per un'alleanza fra i Gabinetti di Parigi, Vienna e Firenze contro la Prussia - alleanza, che avrebbe forse cambiato la direzione della storia politica europea - quelle trattative andarono a vuo– to, perché il governo italiano esigeva, fra le condizioni dell'alleanza, che gli fosse consentita l'occupazione di Roma, mentre Napoleone III non sa– peva adattarsi a questa domanda; e il governo di Vienna, temendo una al– leanza della Russia con la Prussia, non osò correre il rischio di una terza guerra anche sulla frontiera italiana, e rifiutò anch'esso la propria alleanza a Napoleone III. 3 Cosf Bismarck si trovò libero da ogni intervento incomo– do nella guerra del 1870. Mentre la parte continentale dell'Italia contribuisce in cos1 notevoli proporzioni a determinare l'equilibrio delle forze nella Europa centrale, una funzione analoga esercita anche la penisola italiana con l'isola di Sicilia, nella situazione militare del Mare Mediterraneo. · In tempo di guerra, la Potenza che riesce a controllare il Mediterraneo, può intercettare il commercio di questo mare a tutte le Potenze nemiche. Ora l'Italia divide il Mediterraneo proprio nel mezzo. E quella Potenza, che si assicura l'uso delle basi navali e il sussidio delle forze marittime italiane, acquista un elemento importantissimo per il controllo del Mediterraneo. L'Ammiragliato inglese, durante le guerre napoleoniche, comprese l'im– portanza delle posizioni navali italiane: ed occupò l'isola di Malta, ed uti– lizzò l'isola di Sicilia come base strategica antifrancese. Caduto l'impero na– poleonico, il governo in·glese conservò l'isola di Malta: sentinella avanzata dell'impero britannico nel mezzo del Mediterraneo, sulle vie di comunicazio- 2 Die grosse Politik der Europaischen Kabinette, III, 208. 3 CLERMONT et BouRGEOIS, Rome et Napoléon, 222 sgg., GALLAVRESI: Italia e Austria, 9 sgg. 140 BibliotecaGino Bianco

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