Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte seconda inglese intenda volgere oggi 1 suoi sforzi a stringere legami con la Russia e colla Fran– cia, poco o punto curandosi della Triplice Alleanza (pp. 773). Cosf il governo francese, avendo guadagnato anche il consenso definitivo dell'Inghilterra nella questione di Tunisi, poteva non dare che una mediocre importanza alle concessioni, che Crispi era disposto a fargli proprio su que– sto terreno. E rifiutava ogni accordo per l'Harrar e per l'Abissinia, esigen– do senz'altro, come condizione preliminare di ogni intesa su qualunque ar– gomento, l'abbandono della Triplice. Un accordo fra i due paesi - dichiarava ufficiosamente il presidente del Consiglio, Bourgeois -· non è possibile, finché l'Italia fa parte della Triplice. Il popolo francese si ribellerebbe. Tutti qui tengono gli occhi rivolti alle provincie perdute, e sanno che l'Italia alleata della Germania è di ostacolo al ritorno delle medesime alla grande patria. Assi– curatevi che finché voi farete parte della Triplice, non è possibile intenderci. 22 Il vento era di nuovo cambiato, e l'Italia avrebbe dovuto rivolgersi, non piu contro l'Inghilterra, ma contro la Germania! Respinto dalla Francia, stretto alla gola dalle difficoltà abissine, Crispi ritornò a invocare l'assistenza della Germania. La risposta che mi si fa - riferiva l'ambasciatore Lanza il_ 23 febbraio 1896 - è sempre la stessa. - A Parigi non si ignorano le simpatie della Germania per l'Italia; si sa benissimo che la Francia non potrebbe attaccare l'Italia senza che la Germania ac– corra in sua difesa; ma intervenire ora, fare pressioni sulla Francia in questioni come quelle delle trattative per le delimitazioni in Africa, per le relazioni commerciali in Tu– nisi, senza la certezza che quell'intervento sorta immediato effetto favorevole, la Germa– nia non può. In altri tempi, in cui esisteva in Germania una fortC;corrente per la guerra, e la Fr;mcia non era forte come oggi, né resa piu baldanzosa dall'appoggio della Russia, poteva la Germania permettersi di tenir le verbe haut. Esporsi ora ad un rifiuto o ad una semplice fin de non recevoir per parte della Francia, la Germania non può, e non deve, senza essere esposta a subirne le conseguenze e rompere en visière col governo della re– pubblica. Il Presidente del Consiglio italiano e il barone Blanc devono comprendere quanto sia delicata la posizione della Germania verso la Francia, e come un nulla possa turbare le nostre relazioni con essa, e provocare complicazioni, che è anche interesse dell'Italia di evitare. È il fallimento dell'alleanza, ridotta a niente altro che a un patto di mu– tua difesa pel solo caso che la Francia commetta la pazzia di provocare una guerra: cioè per un caso addirittura impossibile! E Crispi risponde con una lettera, che contiene la critica piu penetrante che sia stata mai fatta della Triplice e la condanna piu incondizionata della politica dello scrittore: Noi possiamo comprendere la delicatezza della posizione, che la Germania deve con– servare di fronte alla Francia, nell'attuale condizione di cose internazionali. Ma il fatto che non esiste piu in Germania una forte corrente per la guerra, che la Francia è oggi piu forte di un tempo e resa piu baldanzosa dall'appoggio della Russia, non ci pare dispensi la Germania dal dover considerare il danno, che alla forza e all'autorità della Triplice Alleanza deriva da tutto ciò, che viene a colpire l'Italia, ad onta della Triplice stessa, 22 CRISPI, Questioni internazionali, p. 282; Ultimi scritti, p. 289. 134 BibliotecaGino Bianco

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