Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Prefazione zioni latine" una serie di articoli in cui di'mostrò storicamente in modo inconfutabile che l'Italt'a aveva pieno diritto, secondo le clausole del trattato della Tri'plt'ce,di staccarsi dagli Imperi centrali e muover loro guerra. Ossia niente tradimento! Naturalmente la narrazi'one, che arrivò fino al 1902, per il periodo poste– riore al Robilant si fonda va soprattutto sulle discussi·oni parlamentari·, sui giornali e riviste del tempo, e quindi l'autore è spesso costretto a ricorrere a ipotesi, perdendo di' precisione e talvolta incorrendo anche in inesattezze. Difetti' che potevano tùcontrarsi nei parti'colari,mentre le lt'nee generali della politica veni·vano individuate con precisione. In proposito il Cantimori scrive: "Molti particolari sono venuti fuori in seguito; eppure la sostanza del giudizio storico-politico del S. ri'maneva valido; egli senza tante rivelazioni·, ma con il vigore criti'co di un'analisi politi'ca sistematica, bene i'nformata della storia generale e dei fatti e delle istituzioni, aveva veduto giusto nel significato e nei caratteri di quella politica. Non tutti hanno il genio stoJ'ico del Salvemini: ma i'l metodo è quello è funziona. 117 Non ostante lo studi'o pubblicato sulla "Rivùta delle Nazioni latine" S. riteneva assolutamente opportuno anzi necessario pubblt'care almeno il Trat– tato della Triplice, e nel luglio 1915 interessò l'amico Ferdinando Martini perché gli ottenesse il permesso di Sonnino. 8 Quale sia stata l'azione di Martini non sappiamo, in ogni modo non ci fu alcun rùultato positivo. S. tornò alla carica nel 1918 e pel tramite del suo intimo amico, Antoni·o De Viti De Marco, ri'petette la richiesta a Sonnino, ma anche questa volta senza successo, e in proposito merita riportare integralmente l'appunto del De Viti De Marco: Settembre 1918 Il Prof. G. Salvemini ha quasi condotto a compimento un volume "La Triplice Al– leanza e l'Italia," che sarà pubblicato dall'Editore Alcan nella ~,Collection d'histoire con– temporaine." Nel corso degli studi ha potuto consultare le carte del conte di Robilant e vi ha trovato: a) il trattato della Triplice del 1882; b) i trattati del 1887; l'intesa italo-inglese del 1887. Con l'aiuto di questi documenti e con altri indizi sicuri si può ricostruire con cer– tezza il trattato del 1902 che era in vigore nel 1914. Il risultato dello studio è la dimo– strazione sicura della lealtà assoluta dell'Italia. Questo non è stato il fine, ma il risultato di tre anni di lavoro. Ma perché i documenti del 1882 e del 1887 si possano pubblicare, il proprietario di essi desidera l'autorizzazione del Presidente del Consiglio; e ciò ad evitare noie di processi o noie simili. La pubblicazione sarebbe fatta, non dal governo, ma da un privato e fuori d'Italia. Sarebbe fatta a vantaggio dell'Italia, senza che ne possa mai essere accusato il governo. Basterebbe che il Presidente del Consiglio facesse arrivare al conte Edmondo Robi– lant, Comando della 3a Armata, una parola, da cui risultasse al Robilant che autorizzando la pubblicazione non farebbe opera sgradita al governo. 7 DELIO CANTIMORI, Conversando di storia, Bari, 1967, p. 186. 8 V. MARTIN!, ibid. BibliotecaGino Bianco XI

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