Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera di Francesco Crispi un momento piu opportuno; la notizia del trattato fra la Francia e il Bey non è autentica; una impresa italiana su Tripoli determinerebbe la guerra alla Turchia, che non è piu quella del 1878; "il governo italiano avrà la Tri– politania, ma il cacciatore per tirare sul cervo deve aspettare che passi a por– tata del suo fucile, affinché anche ferito non gli sfugga"; da parte sua "av– vertirà energicamente la Francia di astenersi dal fare qualsiasi mutazione politica in Tunisia"; ad ogni buon conto risponde con un rifiuto alla do– manda, che Crispi gli fa, di dichiarare "risolutamente al governo francese che la flotta inglese si unirà alla italiana per mantenere lo statu quo nella Tu– nisia." Frattanto la notizia dell'abdicazione del Bey risulta priva di fonda– mento, e finalmente lo stesso Crispi deve riconoscere che "il manquerait ac– tueltement à l'Italie une raison pour agir. " 64 Nell'ottobre del 1890, nuove difficoltà, e questa volta ·direttamente con l'Inghilterra per la delimitazione dei confini fra l'Eritrea e il Sudan. Le trattative vengono interrotte bruscamente (6 ottobre), perché non è possibile l'accordo fra Crispi, che vorrebbe acquistare il diritto di occupare e tenere Cassala, e il governo inglese, che non vuole discreditarsi in Egitto abban– donando Cassala, e consente solo a che Cassala sia occupata dall'Italia, se le sue convenienze militari lo esigano, ma debba riconoscere esplicitamente i diritti dell'Egitto su quel territorio, e impegnarsi a restituirla, non appena sia possibile all'amministrazione egiziana rist1.bilire l'ordine nel Sudan. E la rot– tura è aggravata da un comunicato ufficiale, in cui Crispi; con la sua so– lita mancanza di misura, accenna alle "esagerate pretese" dei negoziatori in– glesi.65 Sugli ultimi del mese, nuovo accesso tunisino, perché il governo francese dichiara esplicitamente di non accettare nessun limite alla sua libertà di premunirsi militarmente a Biserta. Ma anche ora il governo tedesco, pur criticando vivamente le dichiarazioni francesi, "obbietta che il reclamo po– tendo condurre ad una rottura colla Francia, è necessario attendere" al pros– simo aprile, quando sia compiuta la trasformazione dei fucili dell'esercito te– desco, o magari all'altro inverno quando sarà compiuta la formazione dei due nuovi corpi d'esercito; in attesa, ritorna al solito gioco di rimbalzar la palla verso Salisbury; e per conto proprio, il 17 novembre, riconosce l'accor– do franco-inglese del 5 agosto sull'Africa centrale, ottenendo l'assenso della Francia all'accordo anglo-tedesco del 1° luglio 1890. Quanto a Salisbury, questi oppone alle premure di Crispi un contegno di cortese passività. 66 Le promesse generiche di Caprivi per la primavera o per l'inverno servi– rono solamente, nell'interesse della Germania, a mettere Crispi in uno stato di aspettazione fiduciosa, che lo indusse ad aprire, proprio lui, fino dal no- 64 Politica estera, pp. 359-76. 6 5 CRISPI, La prima guerra d'Africa, pp. 225-45; BILLOT, La France et l'Italie, I, 209 sgg.; LYALL, The Marquis of Dufferin, II, 232-33; DAL VERME, L'Italia nel libro di Lord Cromer, in "Nuova Antologia," 1° ottobre 1908. '66 Questioni internazionali, pp. 10-73-85. 127 BibliotecaGino Bianco

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