Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte seconda francesi ci attaccheranno. " 54 E nulla meglio di questa inquietudine spasmo– dica dimostra quanto poco Crispi fosse deliberato a provocare una guerra. 55 La verità è che, mentre Robilant aveva il motto "Fare senza dire," Crispi avrebbe potuto a buon diritto assumere per sé il motto contrario: "Dire sen– za fare." 6. Il fallimento La caduta di Bismarck nel marzo del 1890 portò un gran colpo in Italia al prestigio di Crispi. 56 In politica il parere val quanto l'essere: i due uomini erano legati insieme dagli stessi pensieri, e la scomparsa dell'uno dalla scena incoraggiò alla lotta coloro che facevano opposizione all'altro. Poco dopo, nel luglio 1890, le trattative intavolate col governo francese per la delimitazione di rispettivi possessi sulle coste occidentali del Mar Rosso dovettero essere sospese, perché Crispi avrebbe voluto ottenere il rico– noscimento dei diritti italiani sull'Abissinia, mentre la Francia voleva limitarsi ad accordi parziali per fissare i confini fra il Sultanato di Raheita, il pos– sesso francese di Obock e il territorio italiano di Assab. 57 In fondo al dissenso c'era l'aspettativa francese che Crispi offrisse; la rinuncia ad ogni conte– stazione in Tunisia in cambio di ciò che l'Italia chiedeva alla Francia per l'Abissinia, e il rifiuto tenace di Crispi a parlare di quella questione. Frattando l'Inghilterra otteneva dalla Germania, 1 ° luglio 1890, il ri– conoscimento del suo protettorato sull'isola di Zanzibar, cedendo l'isola di Heligoland; e coli'accordo del 5 agosto 1890 otteneva lo stesso riconoscimen– to della Francia, riconoscendo in compenso il protettorato francese sul Ma– dagascar e la zona d'influenza della Francia a sud dell'Algeria e della Tuni– sia, fino a una linea ad est, che andava da Say sul Niger a Bawna sul lago Ciad. 58 Quest'accordo, strettamente parlando, non era in contraddizione con gl'impegni, che l'Inghilterra aveva coll'Italia per impedire ogni mutamento sulle coste del Mediterraneo. Ma la zona piu orientale della sfera d'influen– za francese entrava in quello, che poteva essere considerato come hi'nterland della Tripolitania, e si poteva temere che la Francia volesse comprendervi an– che le oasi di Ghadamès e di Ghat, appartenenti indubbiamente alla Tripoli– tania. Erano territori fra i piu miserabili dell'orbe terracqueo; ma avevano un valore immenso per i colonialisti francesi e italiani: perché per un colo– nialista che si rispetta un chilometro quadrato del piu squallido Sahara, che 54 Politica estera, pp. 324-41; CASTELLINI, Crispi, p. 189. 55 Parole di Crispi a Nigra, il 20 luglio: "Prego l'ambasciatore di assicurare il Kalnoky che non darò alla Francia occasione alcuna che possa servirle di pretesto a rompere la pace. Nessun dubbio che havvi aumento di truppe alle nostre frontiere e che la Francia spia il momento opportuno per attaccarci." - Non è impossibile che quell'agente provocatore, che suscitò quest'al– larme, abbia lavorato per conto del principe di Bismarck, anzi che per conte del governo francese, come pensava nel 1891 Crispi. 56 LYALL, The marquis of Dufjerin, II, 231-32. 57 BILL0T, La France et l'ltalie, I, 205-208. 58 ALBIN, L'Allemagne et la France, pp. 209 sgg.; FREYCINET, Souvenirs, 1878-1891, p. 452. 124 BibliotecaGino Bianco

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