Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte seconda I "Basterà un paio d'anni. Ma avendola anclie oggi con noi, le nostre navi riunite alle inglesi potranno tener fronte alla squadra francese." Si tratta, dunque; di un progetto da essere attuato oggi contro una Fran– cia non ancora pronta. Crispi non capisce; e porta ìl discorso sulle idee paci– fiste di un certo signor Tachard. 48 CRISPI - Che ne dite del suo progetto di fare dell'Alsazia e della Lorena uno Stato autonomo neutrale? BrsMARCK - Per darlo a chi? C. - Anche ad uno dei vostri principi. · B. - È finito il· tempo degli Stati neutrali. C. - Si toglierebbe un motivo di guerra con l'Alsazia e la Lorena neutrale. B. - Che ne dicono in Francia? Il governo francese l'accetterebbe? Ma anche con questo, la guerra non sarebbe evitata: sarebbe tolto a noi di attaccare la Francia per terra, mentre la Francia ci attaccherebbe per mare. Avete fede nel _governo austriaco? C. - Ho fede nell'imperatore. Ma non certamente nel conte Taaffe. B. - Taaffe non è amico vostro, come non è amico mio. Bisogna aggiungere che in Austria son molte le simpatie per la Francia, e si fa tutto il possibile per stac– carla dall'Italia e dalla Germania. C. - L'Austria vivrà finché sarà con voi. B. - L'imperatore tiene alla nostra alleanza, perché tiene all'esistenza dell'impero. Lo Czar sarebbe contento del distacco dell'Austria; egli non vorrebbe che la nostra neu– tralità, ed allora l'Austria sarebbe distrutta. 49 È la situazione del convegno di Gastein, rovesciata. Questa volta è Bismarck che vagheggia lo sfasciamento dell'Austria; ed è invece Crispi che non lo segue. Ed oppone: "Lo comprendo. Ma l'Austria, com'essa è, è ne– cessaria all'equilibrio europeo e giova di mantenerla." Bismarck, a questo punto, rinuncia a continuare: "Anch'io sono di que– sto avviso." Deve avere pensato che, in fondo, non fosse neanche necessario rivelare progetti cosf gravi come quelli ch'egli mulinava: dopo tutto, la cer– tezza di avere Crispi con sé al momento opportuno, non gli mancava; ba– stava che la tensione fra Italia e Francia non si rallentasse. A quest'uopo sarebbe stata utilissima una visita a Strasburgo di re Um– berto con rivista della guarnigione. E infatti i giornali tedeschi preannuncia– rono la visita, sebbene essa non si trovasse nel programma ufficiale del viag– gio. Ma la visita non avvenne. 50 Se Crispi avesse voluto la guerra, avrebbe certo spinto re Umberto a questa manifestazione, cosf adatta a raggiungere l'intento. Anche l'allarme del luglio del 1889 dimostra che nel pensiero di Crispi non c'era nessuna conoscenza e tanto meno un'adesione al progetto di Bismarck. 48 Su questo progetto pacifista, Crispi ritorna nel 1891: Ultimi scritti, p. 394. 49 Nel testo stampato tutta questa parte del dialogo è resa incomprensibile da una difettosa divisione dei capoversi, che non permette di comprendere se alcune battute si debbano attribuire a Bismarck o a Crispi. Ho ricostruito le divisioni nella maniera che mi sembrava piu logica. 50 BILLOT, La France et l'Italie, I, 151 sgg. 122 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=