Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estet·a di Francesco Crispi avrebbe avuto mano libera contro la Francia, con la quale sarebbe stato facile far sorgere un casus belli, date le cattive relazioni italo-francesi e la irritazio– ne mantenuta sempre desta in Francia dalla politica brutalmente fastidiosa del governo tedesco in Alsazia-Loi-ena. 45 · Crispi fu messo a parte di questo progetto? La circostanza che il 19 aprile 1889 egli scrive al ministro della guerra, Bertolé-Viale: "Il 1889 è un anno di preparazione, " 46 non dimostra altro, se non che la preoccupazione della guerra imminente era uno degli assilli piu continui e piu angosciosi del suo spirito. E gli appunti dei colloqui avuti un mese dopo con Bismarck, 47 convincono che egli non solo non ebbe conoscen– za completa delle intenzioni del cancelliere, ma quella parte del pensiero bismarckiano, che gli fu comunicata, egli né la comprese, né la approvò. Incomincia, infatti, Bismarck col dire che "bisogna non impedire alla Russia di andare a Costantinopoli"; ma si tiene tanto lontano dallo spiegare che si tratta di un progetto concreto e immediato, che Crispi s'immagina sia la ripetizione di un "discorso fatto altre volte," di cose già risapute, e op– pone alla opinione del cancelliere la sua che "l'Europa ci perderebbe." E cosf si esaurisce tutto il primo colloquio. Nel secondo colloquio sembra che Bismarck voglia rivelare davvero il suo pensiero. Ripete la sua idea che bisogna "lasciar fare la Russia," si duole che l'imperatore d'Austria non sia d'accordo con lui, e aggiunge che bi– sogna "porre l'Inghilterra in condizione di gettarsi nella lotta." Ma voi - osserva Crispi - non ignorate che ci siamo concordati coll'Inghilterra di non permettere alcun mutamento allo statu quo del Mediterraneo e dell'Egeo. · Non basta. L'Inghilterra potrebbe trovar modo di sfuggire all'adempimento delle fatte promesse. Bisogna comprometterla. 'Ed allora, essendo impegnata a far la guerra, sa– remmo in quattro. Queste parole bisogna commentarle e completarle con quanto ci rivelano le Memorie di Hohenlohe. Il pensiero intero di Bismarck è che una guerra fra la Russia e l'Austria obbligherebbe l'Inghilttera a intervenire; non appena l'Inghilterra si fosse compromessa contro la Russia, la Germania abbandone– rebbe l'Austria, e si occuperebbe solamente di battere la Francia con l'aiuto dell'Italia. Ma Cri spi è cosf preoccupato del pericolo francese, che non segue Bismarck su un terreno cosf nuovo per lui. E interrompe il filo del di– scorso: "Credete voi che la Francia farà presto la guerra?" "Non lo credo. Non è pronta. La sua polvere non dura sei mesi." "Ma l'Inghilterra anch'essa ha bisogno di tempo. Avrà bisogno di 3 o 4 anni per compiere il naviglio." 45 HOHENLOHE, Denkwurdigkeiten, II, 457; cfr. ALnIN, L'Allemagne et la France, pp. 136 sgg. 46 CRISPI, Politica estera, p. 321. 41 Questioni internazionali, pp. 214-19. 121 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=