Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte seconda e i giornali erano messi sossopra dall'allarme, suscitato dalle ambasciate te– desche a Parigi e a Roma,4° di una minaccia della Francia contro la Spezia, e dall'arrivo improvviso della flotta inglese a Genova. 41 Sotto la impressione di tutti questi fatti, il governo francese, avendo acquistata la convinzione che la Triplice avesse oramai un programma di guerra immediata, ruppe bruscamente le trattative pel trattato di commercio, che si trascinavano da molto tempo per la intransigenza dei protezionisti di entrambi i paesi 42 ; e iniziò la guerra economica e finanziaria, e si diè a suscitar contestazioni e rappresaglie a Massaua, in Abissinia, in Tunisia, dovunque si trovassero a contatto interessi francesi e interessi italiani. 43 5. Bismarck e Crispi nel 1889 Il vero stato d'animo di Crispi rispetto alla Francia - ansietà pronta a diventare ostilità, non premeditata volontà di aggressione - si rivela cer– tamente negli ultimi colloqui da lui avuti con Bismarck a Berlino, nel maggio 1889. Sembra che in questo momento Bismarck pensasse di approfittare della esuberanza giovanile di Guglielmo II per schiacciare la Francia prima che sorgesse la duplice franco-russa. Infatti sulla fine del giugno, le memorie del principe di Hohenlohe ci rivelano che Bismarck macchinava di incoraggiare l'Austria ad aggredire la Russia, salvo a dichiarare all'ultimo momento che, trattandosi di guerra d'aggressione, la Germania non era tenuta dal casus fcederis, 44 Cosi il trattato di controassicurazione russo-germanico sarebbe en– trato in funzione, e la Germania, abbandonando l'Austria al suo destino, 40 CRISPI, Politica estera, pp. 229, 235. 41 L'ammiraglio inglese Hewet, arrivando a Genova la notte dell'll-12 febbraio, avrebbe chiesto notizie della dichiarazione di guerra della Francia. Siffatte parole furono smentite dal go– verno inglese (Parliamentary Debates, CCCXXI, 1186). Ma sembra che sieno state realmente pro– nunciate ("Secolo," 12-13 febbraio, "Tribuna," 11, 12, 14, 16, 19, 24 febbraio. Cfr. BrLL0T, La France et l'Italie, I, 127; CHAUDORDY, La France en 1889, p. 232). 42 CRISPI, Discorsi parlamentari, III, 2. Cfr. Ultimi scritti, pp. 287-290: "Io non so perché si dovesse sospettare del mio viaggio a Friedrichsruhe ... Il mio viaggio è del novembre 1887, e le conferenze per la stipulazione del trattato di commercio con la Francia sono di data posteriore. Se il governo della Repubblica avesse dubitato di me, se avesse voluto rompere con l'Italia, non avrebbe mandato i suoi delegati a Roma. Ricordiamoci che le conferenze, con buona o mala vo– lontà dei negoziatori francesi non importa, si aprirono il 31 dicembre 1887... Nei primi giorni le discussioni procedettero serene, e direi quasi cordiali. Poscia cominciarono le sospensioni a do– manda dei delegati francesi, col pretesto di nuove istruzioni e di documenti da chiedere; finché alla settima adunanza il lavoro fu interrotto, e i delegati francesi vollero partire, senza lasciarci speranza di ritorno ... Il 6 febbraio 1888 il senatore Teisserenc de Bort, commissario francese, congedandosi dall'on. Ellena, commissario italiano, si espresse a un dipresso nei seguenti termini: "Finché sarete nella Triplice non sarà possibile un accordo commerciale tra l'Italia e la Francia." - La notizia della indiscrezione commessa alla corte, che spiega quella rottura, di cui Crispi non riesce a comprendere la ragione, e dell'influenza decisiva che ebbe la conoscenza della convenzione mi– litare sul prorompere della guerra commerciale della Francia contro l'Italia, mi viene da quella stessa fonte - assolutamente attendibile - a cui debbo la informazione della partecipazione dei colonnelli Dabormida e Albertone agli studi per la convenzione militare. 43 Per la storia particolareggiata degl'incidenti, CRISPI, Politica estera, pp. 247-305; Ultimi scritti, pp. 291 sgg.; DE MoDY, Souvenirs, pp. 257-267; BILLOT, La France et l'Italie, I, 105 sgg., 130 sgg., 166 sgg. · 44 HoHENL0HE, Denkwurdigkeiten, II, 456, 458, 465, 460, 507. Cfr. CRISPI, Politica estera, pp. 336, 337, 339; WELSCHINGER, Bismarck, p. 232; CHAUD0RDY, La France en 1889, pp. 207, 21?. 120 BibliotecaGino Bianco

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