Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte seconda affrontare direttamente la Russia, ma permetteva a Bismarck di rimanersene comodamente alla retroguardia. Ché anzi proprio nel novembre del 1887, mentre Crispi cavava dal fuoco le castagne dell'Austria, Bismarck rinnovava tranquillamente con la Russia per altri tre anni il trattato segreto di contro– assicurazione del 1884 !1° 2. Cri'spie la Francia Una crisi ancora piu violenta portò Crispi nelle relazioni fra Italia e Francia. È opinione assai diffusa, in Italia e fuori, che Crispi avrebbe voluto pro– vocare una guerra fra l'Italia e la Francia; anzi Bismarck, pur godçndo degli attriti italo-francesi, "trovava Crispi troppo ardente a sforzare il gioco. " 11 Ma lo studio delle carte di Crispi deve convincere - ci sembra - qualun– que studioso di buona fede, che Crispi era assolutamente sincero, quando dichiarava a Cavallotti "sul suo onore" nel febbraio del 1888: Ti assicuro e ti giuro che niente è assolutamente lontano dal mio animo e dalla mia politica, quanto l'idea di fare guerra alla Francia, e tanto meno poi di aggredirla, né di nostra iniziativa,. né per intesa stabilita. Tutta la mia politica è diretta a scongiurare il pericolo, non già di un attacco da parte nostra, che non avverrà mai, ma di una guerra che la Francia ci dichiarasse: perché una guerra fra la Francia e l'Italia io la crederei una sventura enorme e spaventevole per i due paesi, qualunque sia l'esito di essa.12 Solamente, questo bisogno di pace era continuamente turbato in lui dalla preoccupazione del "mostro ignoto." Specialmente dopo Tunisi, era . h I F . " 1 . " h "d' f " l'I 1· convmto c e a rancia non avesse a tro pensiero c e 1sare ta ia, "dividendola in tante repubblichette; quanti, forse, non furono nel medio evo gli Stati della penisola 1113 ; o per lo meno fosse sempre deliberata a pre– potere sull'Italia e non intendesse rinunziare al predominio nel Mediterraneo e sul continente. 14 E temeva sempre che qualche nuovo atto di arroganza fran– cese potesse avvenire, mentre era al governo lui, proprio lui, che aveva tante volte e cosf violentemente accusati i suoi avversari e predecessori di aver fat– to politica remissiva, anzi servile, verso la Francia. 15 Perciò si teneva sempre sul chi va là, protestando che non intendeva 10 CHIALA, La Triplice e la Duplice, pp. 505 sgg.; .ANDLER, Le prince de Bismarck, Bellais, 1899, pp. 354 sgg.; MATIER, Bismarck et son temps, III, 257; ALBIN, L'Allemagne et la France, p. 256. 11 LYALL, The marquis of Dufferin, II, 214-5. Cfr. CHAUDORDY, La France en 1889, Paris, Plon, 1899, pp. 218-19; CORSI, L'Italia, 1870-1895, pp. 342-345. 12 "Secolo," 19-20 febbraio 1888, dr. molte altre dichiarazioni analoghe in Discorsi parla– mentari, II, 335, 645, 737, 845; III, 81, 589, 743; Discorsi di politica estera, Roma, Tip. delle Mantellate, 1892, pp. 13, 125, 367, 374; Ultimi scritti, pp. ?3, 108, 293; CHIALA, La Triplice e la Duplice, pp. 483, 501, 525, 530; Mouv, Souvenirs et causeries d'un diplomate, Paris, Plon, 1909, p, 247; BILLOT, La France et l'Italie, I, 183. 13 Ultimi scritti, 88, 101, 106, 147. 14 Ultimi scritti, 45. 15 Discorsi parlamentari, Il, 333, 404, 644, 694, 696; 111, 619, 657; Ultimi scritti, p. 58. 110 BibliotecaGino Bianco

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