Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera di Francesco Crispì cevano sulla fine dell'anno la Triplice italo-austro-inglese a formulare il se– guente programma: 1. Mantenimento della pace.- 2. Statu quo fondato sui trattati. Esclusione dei compensi. - 3. Autonomie locali. - 4. Indipendenza della Turchia e degli Stretti, ecc. da ogni influenza straniera preponderante. - 5. La Porta non potrà far cessione dei suoi diritti sulla Bulgaria ad altre potenze. - 6. Associazione della Turchia [all'accordo anglo– italo-austriaco] per guarentire quanto sopra. - 7. In caso di resistenza della Turchia a pretese illegali della Russia, le tre potenze si concerterebbero per l'appoggio da darle. - 8. In caso di connivenza o passività della Turchia, le tre potenze si concerterebbero per occupare certi punti a scopo di equilibrio.'6 Ma al di là di queste nuove "intelligenze di massima," né l'Inghilterra, né l'Austria vollero mai fare alcun passo. Salisbury, invitato il 29 agosto 1887 a concretare in una convenzione mi– litare "le linee principali del possibile intervento armato e la parte di coope– razione che competerebbe all'Italia," pel caso che si rendesse necessaria un'a– zione comune contro la Russia, rispondeva il 31 agosto rifiutando, non solo perché non v'era nessun pericolo imminente, ma anche perché "malgrado tut– te le precauzioni possibili, il segreto non avrebbe potuto mantenersi" sul- 1' esistenza della convenzione, e data la costituzione politica inglese il governo ·sarebbe stato obbligato da qualche interpellanza parlamentare a pubblicarla. 7 Quanto all'Austria, Crispi ne poté misurare le simpatie per gl'ideali mazzi– niani nell'aprile 1889, quando Kalnoky rifiutò di promuovere, d'accordo con l'Italia, un "patto militare federale" fra la Sèrbia, la Romania e la Bulgaria, per il caso che la Romania fosse aggredita dalla Russia. 8 - Il resultato di tanto affannarsi fu, pertanto, questo solo: che l'Italia, assumendo essa molte iniziative bulgarofile, attirò inutilmente contro di sé il rancore della Russia, 9 mentre non aveva nessun interesse diretto in Bulgaria, e mentre la politica piu ragionevole sarebbe stata quella di lasciare che l'Austria, direttamente interessata, si mettesse essa in prima linea, invo– cando in caso di bisogno l'appoggio degli alleati: appoggio che avrebbe do– vuto pagare. E chi soprattutto ebbe maggior motivo di rallegrarsi per quel soccorso gratuito, che la sua buona stella gli mandava, fu senza dubbio Bismarck; il quale, convinto che la Germania non avesse motivo per opporsi alla politica russa negli affari bulgari, ma non riuscendo a far accettare questo punto di vista al governo austro-ungarico, si trovava imbarazzato fra l'Austria che aveva diritto al suo intervento in caso di guerra, e la Russia, che egli non vo– leva a nessun patto spingere verso la Francia: ora Crispi, lanciandosi foco– samente contro la Russia, non solo dispensava l'Austria dalla necessità di 6 CRISPI, Politica estera, pp. 182, 206-7; Questioni internazionali, pp. 220-260. 7 CRISPI, Politica estera, p. 153. 8 CRISPI, Politica estera, pp. 317-18. 9 CRISPI, Politica estera, pp. 155-56-175; BARm, Crispi, Leipzig, Regnersche Buchhandlung, 1903, pp. 155, 163; UN ITALIANO, La politica estera dell'Italia, pp. 398 sgg.; BILLOT, La France et l'Italie, I, 385. 109 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=