Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La Triplice Alleanza Dans le traité, tel qu'il était avant 1902, il y avait une clause ou mieux une réserve verba:le ou écrite, faite par le cabinet italien, et d'après laquelle, en aucun cas, la Triple Alliance n'aurait pu forcer l'Italie à tirer l'epée contre l'Angleterre. Dans le renouvel– lement de 1902, M. Prinetti a oublié de renouveler la réserve concernant l'Angleterre. "Ciò che di Prinetti narra !'Hansen," osservava la Perseveranza, del 16 febbraio 1907, "oltrepassa i limiti del verosimile per raggiungere l'assurdo." E nel numero del 17-18 feb_braio pubblicava un'intervista con un "note– volissimo personaggio che ebbe già una parte molto autorevole nella nostra politica estera" il quale diceva: Io credo che nessuna clausola o meglio nessuna riserva scritta sia mai es1st1ta. Credo bensf che una dichiarazione verbale in questo senso sia stata fatta dall'on. marchese di Rudinv in occasione della penultima rinnovazione della Triplice Alleanza (1891), e che questa dichiarazione sia rimasta sempre in vigore, quantunque non ripetuta nella posteriore rinnovazione della Triplice fatta dall'on. Prinetti. Ma è evidente che tanto la "personne très competente" dell'Hansen, quanto il "notevolissimo personaggio" della Perseveranza non posseggono che frammenti incompleti e confusi della verità. La dichiarazione Mancini– Bismarck-Kalnoky del 1882 non era una clausola del trattato, come dice }'Hansen, ma un atto complementare e integratore del trattato d'alleanza. E data la esistenza sicura di quest'atto scritto, cade quanto racconta il "per– sonaggio" della Perseveranza intorno alla dichiarazione verbale che sarebbe stata fatta nel 1891 dall'on. Di Rudinf: una riserva di cosi grande impor– tanza non poteva essere fatta con una semplice dichiarazione verbale: l'on. Di Rudinf, rinnovando nel 1891 la Triplice e prorogandola nel 1896, non ha fatto che lasciare immutato l'atto integratore del 1882. E lo stesso deve essere avvenuto nel 1902. Tant'è vero che il ministro degli esteri, on. Guicciardini, nella seduta del Senato del 24 aprile 1906, può dichiarare: Quanto all'Inghilterra, ricorderò che quando furono iniziate, or sono trascorsi molti anni, le prime trattative di alleanza con le potenze centrali, l'Italia ebbe cura di mettere in evidenza gli antichi inva1·iabili suoi rapporti coll'Inghilterra, ai quali non avrebbe potuto per ragioni politiche e morali, rinunziare. Gli imperi riconobbero il significato e il va– lore della leale dichiarazione: tanto che ebbe a ritenersi che non ultima delle cause che rendevano apprezzata l'adesione dell'Italia all'alleanza, era la sua conosciuta intimità coll'Inghilterra. 46 E nella seduta del 18 dicembre 1906 della Camera dei deputati, il mini– stro Tittoni ripeteva: Per quel che riguarda la pos1z1one dell'Italia nella Triplice Alleanza è evidente che coloro, che nell'interesse dell'Italia l'hanno stipulata, hanno pensato alla necessità per l'Italia di mantenere sempre rapporti d'amicizia con l'Inghilterra. Il mio predecessore, on. Guicciardini, ha già su questo punto fatto delle dichiarazioni al Senato. Altro non devo aggiungere. 47 46 SENATO DEL REGNO, Discussioni, XXII Legislatura, la sessione, pp. 3042-43. 47 Sei. anni di politica estera, p. 254. BibliotecaGino Bianco 101

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