Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La Triplice Alleanza l'intervista concessa da Biilow al Figaro del 30 maggio 1902, nella quale Biilow, interrogato se "questo negoziato modifica le prime convenzioni," risponde: Niente affatto. La Triplice non ha bisogno di modificazioni. Essa resterà, come era, una convenzione difensiva e pacifica. Non v'è nel trattato di alleanza alcun paragrafo né articolo addizionale relativo alla Francia. Tanto nella domanda, quanto nella risposta, i termini "convenzione," "triplice," si possono intendere in due sensi: come l'alleanza e come il testo scritto dei patti dell'alleanza. Biilow può benissimo dire, nella prima parte della sua risposta, che l'alleanza resta sempre difensiva e pacifica e non ha bisogno di modificazioni, senza che con questo voglia dire che i testi debbano rimanere immutati: tanto è vero che subito dopo aggiunge che nel "trattato di allenza" - si noti anche qui il singolare - non c'è nes– sun paragrafo né articolo addizionale riguardante la Francia, mentre nel trattato speciale italo-germanico del 1887 c'era indubbiamente almeno un articolo, quello contenente la garanzia dello statu quo per Tripoli, che ri– guardava appunto la Francia. Chiarito cosf il problema della data del nuovo trattato, ed eliminata la notizia di un rinnovamento avvenuto senza mutamenti nei testi scritti, pos– siamo accingerci al tentativo di ricostruire il contenuto e fors'anche la forma del trattato del 28 giugno-8 luglio 1902, e a renderci conto nell'insieme di tutto il sistema diplomatico che sorge nel 1902 dal combinarsi delle intese e dell'alleanza. 6. la Triplice e la Francia Del trattato del 1902, il governo austro-ungarico ha pubblicato, nel Libro rosso del 1915, un frammento dell'esordio, in cui gli alleati convengono di rinnovare l'alleanza in considerazione dei "bienfaits, que leur garantit, au point de vue politique aussi bien qu'au point de vue monarchique et· socia!, le maintien de la Triple Alliance" (doc. 2) e gli articoli I, III, IV, VII. Gli articoli I, III, IV fanno obbligo a ciascuna delle Potenze contraenti: di non entrare in nessuna alleanza o impegno, che possa essere diretto contro uno dei loro alleati, e di scambiarsi le idee sulle questioni di indole gene– rale che via via possano presentarsi, appoggiandosi nei limiti dei propri inte– ressi (I); di intervenire simultaneamente in difesa di quell'alleato che si trovi, senza provocazione da parte sua, assalito da due o piu grandi Potenze (III); di conservare una benevola neutralità nel caso che un'altra grande Potenza minacci la sicurezza degli Stati di uno degli alleati, e questo si veda costretto a muover guerra; salvo che non creda conveniente nel proprio interesse di intervenire nella guerra a fianco dell'alleato (IV). 95 BibliotecaGino Bianco

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